Al boss della camorra il permesso per il mare

Gaetano Ravanà

da Agrigento

Si è macchiato di diversi crimini che hanno insanguinato Napoli e il suo interland, eppure per la giustizia italiana merita di trascorrere, serenamente e con la famiglia, un mese in vacanza, come ogni italiano onesto, a circa mille chilometri da dove al momento è domiciliato per decisione della stessa magistratura.
La vicenda ha provocato un vero e proprio putiferio finito all’esame del Parlamento. L’autorizzazione concessa dalla Corte di appello di Napoli ad un presunto camorrista di trascorrere un mese di vacanza nella cittadina agrigentina di Sciacca, un vero e proprio paradiso nella stagione estiva, con famiglia al seguito, ha indotto il deputato saccense di Forza Italia, Giuseppe Marinello, a presentare ieri un’interrogazione parlamentare al ministro Castelli, invitandolo a fornire dettagli su un provvedimento che avrebbe riflessi negativi per una zona turistica come quella di Sciacca. La vicenda ha per protagonista il presunto camorrista napoletano Paolo Sorprendente, 41 anni, che da alcuni mesi vive a Roma in seguito alla misura cautelare dell’obbligo di dimora impostagli dal tribunale partenopeo. Sorprendente, ritenuto dagli inquirenti capo clan del quartiere napoletano di Bagnoli, venne arrestato nell’ambito di un’inchiesta antimafia e sottoposto al regime del 41 bis, fino a quando non venne scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Con altri presunti boss camorristici fu al centro di una polemica proprio in occasione delle scarcerazioni facili, seguita da un ulteriore coinvolgimento in un’inchiesta condotta dalla magistratura partenopea, fino all’obbligo di dimora. L’anno scorso, inoltre, era rimasto coinvolto nelle indagini per l’uccisione del titolare del cinodromo di Napoli, venendo arrestato e poi scarcerato con l’obbligo di dimora nel comune di residenza. Insomma una fedina penale da far accaponare la pelle. Eppure, tutto ciò sembra contrare quasi niente. Ieri il tribunale decide di accogliere l’istanza, presentata dal presunto camorrista un mese fa, con la quale Sorprendente ha chiesto di trascorrere un mese di vacanza in Sicilia. La reazione dell’esponente forzista di Sciacca è stata particolarmente vibrante: «È un provvedimento sconcertante - scrive al ministro Castelli - si deve avviare immediatamente un’azione disciplinare nei confronti dei giudici che hanno concesso l’autorizzazione».
Potrebbe non trattarsi della prima volta che una persona coinvolta in inchieste di mafia trascorra le sue vacanze nella cittadina agrigentina. Sicuramente è la prima volta in modo ufficiale, con tanto di autorizzazione.
Un paio di anni fa, nel corso di un processo di mafia che si celebrava proprio al tribunale di Sciacca, un collaboratore di giustizia disse ai giudici che anche Totò Riina, nel corso della sua latitanza, trascorse una vacanza natalizia in un albergo di Sciacca, partecipando addirittura al veglione di Capodanno e ballando sulle note delle canzoni del cantante Rocky Roberts, ospite della serata. Ma nessuna prova confermò succesivamente quelle clamorose dichiarazioni, anche se il gestore della struttura alberghiera venne condannato per aver favorito la latitanza di mafiosi, e non solo per il particolare della vacanza natalizia di Riina.


Adesso la situazione è completamente diversa visto che a giorni, salvo dietro front all'ultimo momento della giustizia, Sorprendente arriverà con tanto di famiglia a Sciacca e si potrà concedere un mese di vacanza in tutta tranquillità. Con un solo obbligo: ogni sera Sorprendente dovrà recarsi al commissariato per apporre la propria firma. Per un uomo accusato di diversi reati, è come concedersi una bella passeggiata all’aria aperta.

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