«A noi andranno il Veneto, la Lombardia, il Piemonte e forse la Liguria». È questa la previsione del leader della Lega Nord Umberto Bossi intervenuto ieri sera alla manifestazione elettorale promossa per supportare la candidatura di Luca Zaia a presidente della Regione Veneto. Mentre per quanto riguarda il Lazio secondo il Senatùr «se il Pdl resta fuori, ci sarà solo la sinistra...». Se invece la lista fosse riammessa, sottolinea il leader del Carroccio «si potrebbe comunque dire che il Paese è democratico, perché ha degli arbitri che garantiscono la democrazia, non si è nelle mani dellazione di alcuni facinorosi. E quindi, dal mio punto di vista, la manifestazione del Pdl di sabato prossimo a Roma si potrebbe ripensare. Se vedo Berlusconi glielo dirò». Quello che serve però, è il ragionamento di Bossi, è una nuova legge «che riveda i criteri di presentazione delle liste, e questo riguarda tutti i partiti. Oggi è toccato al partito di Berlusconi, però se dei facinorosi possono impedire la presentazione delle liste, le conseguenze possono essere gravi. Perché se la motivazione è che non è successo niente - ha proseguito il ministro delle Riforme a margine dellincontro elettorale - non è vero: è successa una cosa grave, il più grande partito italiano non partecipa alle elezioni».
Alla domanda di un giornalista sulla sfilata dellopposizione a Roma, Bossi fa spallucce e replica maliziosamente: «Erano duecentomila persone? Noi ne abbiamo fatte alcune con molta più gente.
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