Bossi vuole due ministeri al Nord Alemanno non ci sta: tutte balle

RomaLa sorpresa alla fine è svelata. Una novità leghista non confermata completamente ma nemmeno smentita, di cui si parlava da giorni, e ufficializzata ieri mattina, alla festa della polizia di Roma, da Umberto Bossi: «Dobbiamo portare i ministeri a Milano e penso ne arriveranno due», ha spiegato il Senatur, e questa frase ha ravvivato il fuoco mai spento del dualismo Milano-Roma, la città del fare e la Capitale. «E’ dovuta arrivare la Lega - ha aggiunto il leader del Carroccio - a realizzare i sogni».
Il sindaco capitolino Gianni Alemanno ha replicato indignato con una battuta solitamente amata proprio da Bossi: «Sono tutte balle». L’opposizione ha fatto il suo lavoro e per tutto il giorno ha marciato sulla polemica del derby ministeriale: Pd, Idv, Udc, hanno parlato di Stato ridotto a «spezzatino» di «mossa elettorale». Particolare sottolineato da Alemanno: anche il Pd, «che sotto sotto ci spera per fare un po’ di speculazione elettorale», abbia chiaro che «i ministeri da Roma non si muovono».
Alla fine Telelombardia è andata a intervistare Berlusconi e tra i temi affrontati c’è stato naturalmente il giallo dei ministeri. Il premier ha chiarito: «Con Bossi abbiamo pensato anche a qualche decentramento per alcune funzioni di Governo». E’ un argomento di cui si è insomma parlato, ma ancora da definire nei dettagli. Più plausibile l’ipotesi di uno spostamento di alcuni ministeri senza portafoglio, diretta emanazione di palazzo Chigi. I ministeri sono senza dubbio simboli, potere, posti di lavoro. Ma i dicasteri senza portafoglio, o comunque non centrali nell’amministrazione dello Stato, sono in effetti «funzioni» più che centri direttivi E comunque pensare a un decentramento in questo senso è «sacrosanto», ha chiarito il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli. E non è nemmeno scandaloso, tanto che per Natale lo stesso Calderoli inviò una serie di cartoline ai colleghi «con i ministeri decentrati in varie città del nord e del sud, tranne quelli che è giusto che restino a Roma». Era stato proprio Calderoli a rivelare l’ipotesi-trasloco di alcuni ministeri ieri in un’intervista con La Padania, ed è stato sempre lui, il giorno prima a lanciare l’idea di una «sorpresa» in arrivo, lanciando la pietruzza della curiosità che nelle scorse ore ha assunto le forme più varie della fantapolitica. La sorpresa è proprio l’eventualità di «sgravare» Roma da alcune funzioni: così la Capitale «potrà tornare a vivere da bella città qual è». Il «semplificatore» leghista ha poi annunciato che il concetto del fabbisogno standard potrebbe essere applicato anche ai ministeri: se «non funziona o costa troppo, si manda a casa il ministro».
Anche il sud potrebbe essere coinvolto nel decentramento. E infatti tra chi applaude c’è il governatore della Campania, Stefano Caldoro, che già pensa all’ipotesi concreta di un ministero a Napoli: «Saremo ben lieti di ospitare» ministeri. Contrarissima al decentramento la governatrice del Lazio Renata Polverini: «È una proposta insensata.

Non c’è alcuna necessità di trasferire ministeri da Roma, mettendo in difficoltà lavoratori e famiglie». E Alemanno assicura di aver avuto «garanzia» dal premier che nessun ministero si sposterà dalla Capitale. Domani in Campidoglio mozione del Pd in difesa dei ministeri romani.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica