Fra i loro clienti persino un principe del foro di Civitavecchia. Un noto avvocato che per convincere un assistito a pagargli una parcella al nero non si fa scrupolo di assoldare un gruppo di delinquenti. Picchiatori che per poche migliaia di euro entrano in contatto con il malcapitato di turno e, con le buone o le cattive, si fanno pagare il dovuto. Fino al novembre scorso quando un commerciante della cittadina portuale, stanco delle continue minacce, racconta tutto ai carabinieri.
«Si sono presentati in negozio chiedendo una somma di 150mila euro - mette a verbale la vittima dellestorsione -, ma io, quelli, nemmeno li conosco». «A quel punto dovevamo trovare riscontri - spiega il comandante della compagnia di Civitavecchia, capitano Mauro Izzo -, le prove per inchiodare i principali indiziati». Intercettazioni e pedinamenti portano i carabinieri allambiente criminoso di Tarquinia, ovvero a una gang dedita al recupero crediti. Somme maturate fra privati, contenziosi quasi mai risolvibili attraverso le normali vie legali, da dividere al 50% col mandante. A gennaio una conversazione telefonica fra 2 dei 3 arrestati mette gli inquirenti sulla pista giusta, ovvero alla riscossione di una tranche di 1000 euro dal titolare di una sala giochi di Tarquinia. Gli uomini del nucleo operativo, a quel punto, fanno irruzione in casa dei sospetti scoprendo non solo lelenco dei vari committenti, ma un prontuario con vari costi a seconda delle prestazioni. Minacce verbali uguale una certa somma, pestaggi «lievi» unaltra, botte da orbi unaltra ancora. I militari di via Giuliano da Sangallo contano decine fra imprenditori, professionisti, artigiani costretti a pagare somme di denaro ai 3 banditi.
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