Botti, incendi e pallottole: due morti, 500 feriti

Due morti e circa 500 feriti, di cui una cinquantina gravi: è un bilancio pesante quello dei festeggiamenti di fine anno in Italia (l’anno scorso i botti avevano provocato 509 feriti) e a farne le spese sono stati moltissimi ragazzi e bambini. Secondo i dati del Dipartimento della pubblica sicurezza, infatti, i minorenni feriti sono stati 127, di cui 68 con meno di 12 anni.
Dei feriti, 454 hanno riportato prognosi inferiori ai 40 giorni, mentre 44 hanno avuto prognosi superiori. In particolare gli incidenti più gravi sarebbero triplicati rispetto all’anno precedente.
Al bollettino delle vittime fa da contraltare il bilancio dell’attività di controllo attuata dalle forze di polizia, che nell’immediatezza di Capodanno hanno sequestrato un vero e proprio arsenale: tra l’altro, 1.558 lanciarazzi (a fronte dei 281 dell’anno scorso), 118.126 munizioni (erano state 2.917) e 391.766 manufatti di materiali esplodenti (122.606); 23 le armi da fuoco sequestrate. Le persone arrestate o denunciate sono state 488.
Superlavoro anche per i vigili del fuoco: 800 gli interventi di soccorso in tutta Italia, solo durante la notte. In testa alla classifica il Lazio. Ma ancora una volta il maggior numero di incidenti (e anche quelli più gravi) si è registrato nel Napoletano: a Crispano un uomo, Carmine Cannillo, 39 anni, è morto per essere stato colpito da una pallottola vagante mentre era sul balcone di casa a festeggiare. Dei 113 feriti, il più grave, anche se non è in pericolo di vita, è un giovane di 28 anni anche lui raggiunto da un proiettile al volto mentre si trovava in piazza Borsa, a Napoli. Decine, come si temeva, i roghi di cumuli di spazzatura e di cassonetti stracolmi di rifiuti.
A Roma sono stati 36 i feriti per i botti, secondo un bilancio ancora parziale. Due invece gli incendi in abitazioni, la cui natura non è stata però ancora accertata: nel quartiere periferico di Tor Tre teste le fiamme si sono sviluppate in un palazzo e un uomo, in preda al panico, si è gettato dal balcone al secondo piano ed è morto; 15 gli intossicati.
A Palermo i feriti sono stati 9; altri 10 nel Siracusano e a Catania 30, sei dei quali in modo grave: tre di loro hanno subito l’amputazione di una mano, compreso un ragazzo di 15 anni che stava maneggiando una bomba carta. «È esplosa come fosse stata un ordigno di guerra. Mio nipote è stato sbalzato per 10 metri», ha raccontato lo zio. Tredici le persone ferite nel barese e 14 in Calabria, tra cui una bambina di 8 anni. In Sardegna, a Uri (Sassari), una guardia giurata si è ferita alla mano con la pistola che stava maneggiando.
A Milano è diminuito il numero dei feriti: sono stati 11, tra cui un ragazzino che ha dovuto subire l’asportazione di un testicolo, colpito da un petardo; due i feriti in provincia. Non sono mancati, comunque, gli incendi dovuti ai botti sparati in modo maldestro: in via Palmieri è stata evacuata una palazzina per l’incendio di un tubo del gas su un balcone, mentre in largo Boccioni un anziano è stato salvato dai pompieri dall’incendio del suo appartamento. A Firenze 12 le persone ferite, di cui tre in prognosi riservata; 14 nelle Marche; 11 a Genova (un giovane operaio rischia un occhio); 24 nel Veneto, tutti con prognosi sotto i 40 giorni; 9 in valle d’Aosta, nessuno grave.
Ma i rischi non sono ancora finiti. «I giorni successivi al Capodanno sono i più pericolosi per gli incidenti causati dai botti inesplosi», avverte Pierfrancesco Iovino, artificiere della polizia che raccomanda di «non raccogliere mai i botti da terra».


Un consiglio puntualmente disatteso: ne sanno qualcosa un 61enne ghanese che rischia di perdere una mano per aver maneggiato un «raudo» inesploso, ad Osimo (Ancona), e un bambino di 12 anni che, a Milano, ha raccolto un petardo che gli è scoppiato tra le mani: ha perso un dito e rischia l’amputazione dell’intera mano destra, mentre un altro bambino di 8 anni che gli era accanto è rimasto lievemente ferito.

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