Dopo lassalto ai negozi di sabato 2 gennaio a Milano per il primo giorno di saldi, con oltre 60mila ingressi e un incasso da record di circa 2 milioni di euro alla Rinascente Duomo, ieri la situazione si era tranquillizzata. Diversi negozi, soprattutto in periferia, hanno preferito chiudere la domenica e negli altri il grosso delle vendite è iniziato solamente nel secondo pomeriggio. La stima dellUnione del commercio è di un aumento di circa il 4% di incassi rispetto al primo giorno di saldi del 2009. E una nuova ondata di acquisti è attesa per domani, Epifania. Ieri, comunque, sotto la Madonnina i sacchetti nelle mani di milanesi e no, a spasso per saldi per le vie del centro, erano sempre tanti. I più numerosi quelli delle grandi firme: Armani, Dolce&Gabbana, Prada e Hogan, lunico negozio di via Montenapoleone fuori dal quale già in tarda mattinata bisognava mettersi in coda per entrare. Lunghe file, però, anche in prossimità dei negozi che gli sconti non li fanno. Lunica coda in via della Spiga era infatti quella da Moncler, che non prevede saldi. Il primato però rimane quello di Abercrombie&Fitch, store Usa di abbigliamento casual da poco anche a Milano. Scenario più o meno identico a Roma dove i primi incassi dei saldi di fine stagione registrano un segno più consistente.
È «amareggiato e meravigliato», in proposito, il presidente regionale di Confcommercio, Cesare Pambianchi, il quale vede negli allarmi delle associazioni dei consumatori «quasi un malaugurio che non si capisce a chi giova». La corsa allacquisto, per Confcommercio, «non è follia collettiva, ma rappresenta la voglia di tornare ai consumi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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