La sua toga non era in aula, dove lo aspettavano ieri mattina, prima che tutto precipitasse in un colpo di pistola. E in quellaula, ieri, lo hanno ricordato con un minuto di silenzio. Il «cencio nero» - così scrisse Piero Calamandrei - era altrove, a coprire il feretro. Lultimo saluto allavvocato Corso Bovio è labbraccio misurato e commosso della basilica di Santa Maria della Passione, per «luomo buono e ironico», la cui salma verrà tumulata nel cimitero di Chiavari, in Liguria.
Cerano tutti, per Corso. I magistrati che il fine avvocato ha «sfidato» nel corso di tante inchieste, centinaia di legali che - ripetono - da lui hanno avuto modo di imparare sempre e comunque qualcosa, e giornalisti ai quali Bovio ha spiegato i misteri del «giuridichese». E cera la sua famiglia, là davanti, alle prese con un vuoto inspiegabile. E la sorella, che tocca la platea perché «con Corso finisce una stirpe, una storia meravigliosa che ha portato loro di Napoli a Milano per farla grande. Mio fratello era una creatura di luce, forza e generosità». Per questo «ricordatelo. E ogni volta che lo ricorderete sarà come se non fosse mai morto».
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