La Bp vuole raccogliere 50 miliardi per ripulire il mare

La Bp sarebbe pronta a sborsare per risarcire i danni della marea nera fino a 50 miliardi di dollari, il doppio dell’importo annunciato finora. Lo riporta il britannico Sunday Times secondo cui la compagnia petrolifera inizierà una vendita di obbligazioni per rastrellare i primi dieci miliardi. Il piano di Bp, ancora segreto, prevede che altri venti miliardi debbano arrivare da prestiti bancari e l’ultima tranche di venti miliardi debba essere ottenuta dalla vendita di asset nei prossimi due anni.
Secondo l’Observer, tra gli asset in vendita potrebbero esserci quelli nel mare del Nord, alcune quote in progetti di esplorazione e produzione in cui la Bp non esercita il controllo.
Possibile anche la vendita della quota dell’1,4% in Rosneft comprata dalla Russia per un miliardo di dollari nel 2006. Secondo alcune fonti attendibili della City ascoltate dal giornale già 14 miliardi potrebbero arrivare nei prossimi sei mesi. Intanto, la Casa Bianca resta critica nei confronti della compagnia petrolifera: ha definito ieri «un grave errore» la decisione del capo della Bp, Tony Hayward, di dedicare una giornata a una competizione in Inghilterra dove è in gara anche il suo yacht. Il capo dello staff della Casa Bianca Rahm Emanuel ha definito la iniziativa di Hayward «un errore di pubbliche relazioni in una lunga serie di errori di questo tipo da parte della Bp». E i numeri infatti non aiutano in questo momento l’immagine della compagnia britannica. Secondo Bp nel peggior caso la perdita potrebbe essere di 100mila barili al giorno, quasi il doppio rispetto alle attuali stime di 60mila. È quanto ha rivelato il deputato democratico americano, Ed Markey, citando documenti interni del gigante petrolifero. Anche per questo ieri è stata una giornata di preghiera in Louisiana contro la marea nera. Il Congresso dello Stato finora più colpito dal disastro ambientale ha proclamato una giornata di preghiera chiedendo a tutti i cittadini di invocare l’aiuto divino per combattere il disastro.
«Visto che finora gli sforzi umani per risolvere il problema sono stati vani - ha spiegato il senatore della Louisiana Robert Adley - è giunto chiaramente il momento di invocare un miracolo».

La risoluzione, che è stata approvata all’unanimità dal Congresso della Louisiana, invita i cittadini di tutte le religioni che vivono nel Golfo del Messico «a pregare per por fine a questa emergenza ambientale, salvandoci dalla distruzione della nostra cultura e del nostro modello di vita».

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