da Milano
Divo Gronchi prova a girare pagina nella storia di Banca Popolare Italiana. La strada del rigore è stata imboccata ieri dal consiglio di amministrazione di Bpi che, al termine di una riunione fiume, ha rivisto i conti a fine giugno dichiarando una perdita di 347,5 milioni, sostanzialmente dovuta a 600 milioni di accantonamenti e rettifiche straordinarie.
Una severa pulizia di bilancio (la vecchia semestrale accusava un rosso di 119 milioni e 350 milioni tra rettifiche e accantonamenti) accompagnata dalla decisione di fare lievitare a 132 milioni gli accantonamenti verso la Magiste di Stefano Ricucci, con cui Gronchi vuole controbilanciare gli effetti della mancata scalata ad Antonveneta e avviare unoperazione trasparenza sui conti della banca. In linea con le proposte della direzione generale il Cda - si legge in un dettagliato comunicato diffuso a tarda notte da Bpi - ha infatti espresso «lindirizzo di ridurre i rischi operativi e di sottolineare il ruolo di banca indipendente, autonoma e commerciale al servizio dei mercati in cui opera con una politica di maggiore prudenza negli accantonamenti di bilancio». Passate in rassegna anche le cosiddette gestioni garantite di sei clienti Vip, per cui la banca ha effettuato accantonamenti per altri 30 milioni. Lodi ha inoltre provveduto a ulteriori svalutazioni su derivati e titoli (i contratti risalgono al primo semestre) per 40 milioni. Quanto al capitolo Magiste, Lodi punta a colmare la minusvalenza potenziale (si parla di 100 milioni) legata allo scivolone dei titoli consegnati da Ricucci (in primis Rcs) a fronte di un finanziamento da 850 milioni.
Nelle stesse ore lamministratore delegato di Unipol Giovanni Consorte ha preparato lennesimo braccio di ferro sul destino di Bnl con il presidente Luigi Abete. Chiuso in una lunga riunione con i suoi legali, Consorte ha esaminato possibili iniziative nei confronti del Cda di Bnl, che con il «comunicato dellemittente» ha bocciato duramente lOpa lanciata dalla compagnia assicurativa bolognese.Operazione che pregiudicherebbe la solidità finanziaria di entrambi i gruppi. La banca che giudica lOpa «non condivisa» e «non amichevole», conferma anche le critiche sul prezzo, manifestate già al termine del cda del 21 ottobre. I 2,70 euro per azione sono un livello congruo ma iniquo, che non assicura cioè la parità di condizioni tra gli azionisti.
In nottata Unipol ha però risposto punto per punto alle critiche sottolineando di non aver necessità di ricorrere a ulteriori operazioni sul mercato dei capitali neppure in caso di successo dellOpa. E, innanzitutto, ha ribadito di considerare «priva di fondamento laffermazione contenuta nel comunicato Bnl, con cui la banca ipotizza la necessità di mezzi propri addizionali nellordine di due miliardi».
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