Bpi, primo Cda dopo l’arresto dell’ex numero uno

da Milano

Oggi si riunisce il primo consiglio d’amministrazione della Banca popolare italiana dopo l’arresto dell’ex numero uno lodigiano Gianpiero Fiorani. Dalla riunione del Cda, secondo fonti finanziarie, potrebbe uscire un nome nuovo. Quello di un vicedirettore esterno all’attuale management: una nomina che avrebbe lo scopo di rafforzare la squadra di risanatori messa in campo dall’attuale direttore generale Divo Gronchi per segnare una ulteriore discontinuità con la precedente gestione dell’istituto di credito lodigiano. E soprattutto nella speranza di ottenere in tempi brevi (a Lodi sperano già ai primi di gennaio) il dissequestro del pacchetto di azioni Antonveneta per un ammontare di circa 2 miliardi di euro. I titoli della banca padovana sono peraltro già stati ceduti agli olandesi di Abn Amro con un preliminare di vendita.
Il Cda dovrà anche affrontare il problema del bilancio Bpi 2004, impugnato dalla Consob, la Commissione di vigilanza sulle società quotate a Piazza Affari. Le recenti dichiarazioni dell’ex numero uno lodigiano Fiorani, che si sarebbe detto disponibile a restituire 70 milioni di euro sottratti dalle casse dell’ex Popolare Lodi, ha reso doverosa la decisione della Consob di voler veder chiaro nei conti della banca lombarda.
La solidità della banca non è in discussione, aveva detto Gronchi nei giorni scorsi, dopo la decisione di Bpi di accantonare 700 milioni di euro. Servirà, invece, «solo qualche rifinitura», come ha detto il banchiere nei giorni scorsi, poiché la banca «è industrialmente sana».


Per la fine di gennaio è invece prevista l’assemblea dei soci, che dovrà procedere alla nomina del nuovo Cda. L’amministratore delegato dovrebbe essere lo stesso Gronchi mentre Piero Giarda dovrebbe diventare presidente.

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