da Milano
«Abbiamo chiesto a Mazzotta di valutare ipotesi diverse da quelle prospettate finora, come la fusione diretta con Bper o altre soluzioni originali». A riferirlo ieri allagenzia Radiocor sono state fonti sindacali interne a Bpm, illustrando le richieste presentate da alcune sigle, in primis la Falcri, al presidente Roberto Mazzotta, che ha invece ribadito la propria posizione spiegando che l'unico progetto sul tavolo è quello già annunciato al mercato.
Il faccia a faccia tra il presidente e i sindacati è andato in scena nella riunione del direttivo dell'associazione Amici della Bpm, ultimo di una serie di confronti «ormai praticamente quotidiani». Come riportato ieri da il Giornale, la Falcri ha chiesto a Mazzotta «possibili alternative di avvicinamento a Bper che evitassero la trasformazione in spa» di Bpm e il mantenimento della formula cooperativa. Ma l'ipotesi di una fusione diretta tra i due istituti trova immediatamente contrarie altre sigle, che sottolineano come «il matrimonio debba essere paritetico e in una fusione per incorporazione c'è sempre qualcuno che ingloba l'altro».
La difesa del modello cooperativo è stata comunque garantita dallo stesso Mazzotta nella lettera rivolta agli azionisti a corredo del bilancio. «Bisogna però capire - ha sottolineato Saul Cenci, segretario generale Falcri-Bpm - come si sviluppa concretamente il progetto.
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