Bpm, nominato il consiglio Chiesa rimane al suo posto

Bpm, nominato il consiglio Chiesa rimane al suo posto

La Popolare di Milano dell’era Bonomi parte senza consigliere delegato e con Enzo Chiesa incollato a termine alla direzione generale per assicurare la buona riuscita dell’aumento di capitale da 800 milioni preteso a gran voce dalla Vigilanza. La mediazione, che «dribbla» la determinazione con cui Bankitalia aveva chiesto di escludere dal nuovo Cdg qualsiasi vecchia conoscenza di Bpm per tutelarne «la sana e prudente gestione», è stata trovata in extremis.
Dopo l’insediamento del Cds e una notte di trattative, Chiesa e il presidente del consiglio Filippo Annunziata si sono chiusi in Mediobanca con l’ad Alberto Nagel: sul tavolo il quinto nome del Cdg, poi individuato in Claudio De Conto (ex conoscenza del gruppo Pirelli), la tabella di marcia dell’aumento di capitale e la decisione di rinviare la scelta del consigliere delegato per evitare fratture con la base di Bpm. La soluzione, possibile grazie alle more dello statuto, sarebbe stata proposta dallo stesso Annunziata. Nel consiglio di gestione entrano inoltre come previsto Andrea Bonomi (come presidente), Dante Razzano, Alessandro Foti e Davide Croff. Oggi il vertice si riunirà per il via libera all’aumento di capitale con la determinazione del prezzo: l’operazione dovrebbe poi partire lunedì con Piazzetta Cuccia come capofila del consorzio di garanzia.
Chiesa rimane quindi alla direzione generale con le necessarie deleghe ma superata l’urgenza Bpm avvierà la ricerca di un nuovo capo azienda, come sostanzialmente ha chiesto Palazzo Koch. Nel frattempo dovrebbe essere lo stesso Bonomi ad avere le funzioni di rappresentanza della banca: in sostanza il numero uno di Investindustrial avrà mano libera su Piazza Meda. Tanto che tra la base di Bpm più di uno ammette che se fosse stato chiaro che Chiesa non avrebbe potuto svolgere il previsto ruolo di «garante» della cooperativa come consigliere delegato, sarebbe stato posto in discussione lo stesso salto verso la governance duale. La lettera di Bankitalia non lasciava alcuno scampo, e tutte le precedenti mediazioni proposte da Bonomi per accondiscendere agli Amici erano state bocciate dal vice dg di Via Nazionale, Anna Maria Tarantola. Che ha invece accettato la mediazione finale.


Ma i maldipancia certo non giovano all’avvio della campagna elettorale per il rinnovo dell’Associazione Amici: ieri c’è stato il direttivo della Uilca che presenterà una lista unica con la Fisac, confermando così l’alleanza che ha espresso l’attuale vertice. Non è chiaro invece quale sarà la scelta degli «avversari» della Fabi e della Fiba interne, entrambe commissariate dalle rispettive segreterie nazionali. In Piazza Affari il titolo ha perso il 4,5 per cento.

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