Bpm, Ponzellini al rush finale nella corsa verso il «duale»

Questa mattina intorno alle ore 10 il probabile «salto» della Banca Popolare di Milano verso il sistema duale sarà sul tavolo del direttivo degli Amici. Il «parlamentino» di Piazza Meda continua ad esplorare più di una soluzione, ma il margine per mediare appare terminato: a meno di sorprese mercoledì il presidente Massimo Ponzellini illustrerà al consiglio di amministrazione il nuovo modello di governance con caratteri definitivi. La prima a pretendere una svolta in tempi brevi è Bankitalia, che vuole un progetto circoscritto che dia più potere ai manager così da fare partire entro la fine del mese anche il previsto aumento di capitale da 900 milioni-un miliardo di euro: quasi il doppio rispetto ai 560 milioni della attuale capitalizzazione di Bpm in Piazza Affari. Matteo Arpe sarebbe disposto a puntellare l’aumento con 200 milioni, per il resto si attende l’esito dei contatti avviati da Ponzellini con alcuni grandi investitori internazionali; in caso contrario l’inoptato resterebbe sulle spalle del consorzio di garanzia guidato da Mediobanca.
L’ultima a rimarcare la validità del duale per Bpm è stata venerdì la Fiba di Giuseppe Gallo in un convegno-studio: presenti tra gli altri il consigliere di Bpm Carlo Dell’Aringa (che sarebbe stato tra i più attivi sul fronte dei contatti con Arpe) e il docente della Cattolica, Gaetano Presti. Ma il tempo a disposizione della popolare milanese appare ormai agli sgoccioli.
Ancora tutte da riempire sono in ogni caso le caselle di comando dell’eventuale assetto duale: secondo alcuni leader sindacali milanesi, la soluzione più percorribile sarebbe affidare a Ponzellini (che la scorsa settimana ha visto anche il premier Silvio Berlusconi) la presidenza del consiglio di sorveglianza, dove confluirebbero anche gli esponenti della lista di maggioranza espressa dai dipendenti-soci attraverso gli «Amici». Arpe entrerebbe, invece, in consiglio di gestione come presidente «operativo» oppure direttamente sulla poltrona di consigliere delegato, anche se una parte della base di Piazza Meda vorrebbe alla stessa carica l’attuale direttore generale Enzo Chiesa (considerato in quota Uilca). Prima ancora dei nuovi equilibri nelle deleghe, bisogna però capire se Ponzellini accetterà un ruolo di puro controllo, come sembra avrebbe il nuovo consiglio di sorveglianza di Bipiemme, o se invece rilancerà sulla gestione. La bozza del riassetto dovrebbe arrivare alla riunione «allargata» del comitato esecutivo in agenda domani, facendo così da apripista al board straordinario di mercoledì, voluto da sei consiglieri di minoranza nel tentativo di salvare l’attuale sistema di governo con la promessa però di arginare l’influenza dei dipendenti-soci.

Intanto tra i sindacati fervono i contatti per disegnare una lista unica in vista del rinnovo degli «Amici»: le urne si aprono a novembre e l’idea è riammettere la Fiba nel blocco di maggioranza oggi composto da Fabi-Fisac e Uilca, così da dare un segnale di «unità» considerato indispensabile visto il terremoto in corso.

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