Milano - I manifesti non erano passati inosservati. Nemmeno in procura. E così l'ideatore dell'iniziativa, Roberto Lassini, candidato del Pdl alle prossime comunali, è indagato insieme ad altre due persone per vilipendio alla magistratura. Lassini, presidente dell’associazione "Dalla parte della Democrazia", e candidato a Palazzo Marino con il Pdl è indagato con altre due persone per vilipendio dell’ordine giudiziario dalla procura milanese in relazione ai manifesti con la scritta "Via le Br dalle procure". L’intervista di Lassini di ieri al Giornale (leggi qui) è stata acquisita agli atti delle indagini.
Altri slogan sotto accusa La procura sta svolgendo accertamenti non solo sui manifesti con scritto "Via le Br dalle procure", ma anche su quelli comparsi nei giorni scorsi con scritto "Toghe rosse. Ingiustizia per tutti". Entrambi i manifesti sono firmati dall’associazione "Dalla parte della democrazia". L’inchiesta è coordinata dal pubblico ministero Armando Spataro insieme ai pm Grazia Pradella e Ferdinando Pomarici.
Nessun parlamentare indagato L’autorizzazione a procedere per indagare sui presunti responsabili del manifesto affisso sui muri di Milano con la scritta "Via le Br dalle procure" sarà chiesta al ministro della Giustizia solo quando saranno definiti sia il quadro accusatorio sia gli indagati. Lo si apprende da fonti giudiziarie. Sono in corso accertamenti per individuare altri presunti responsabili. Tra gli indagati al momento non c’è nessun parlamentare.
La Moratti chiede un passo indietro Il sindaco di Milano, Letizia Moratti, di sponda con il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi, avrebbe avviato un pressing sul coordinatore lombardo del Pdl Mario Mantovani per convincere l’autore dei manifesti anti-pm a rinunciare alla sua candidatura nella lista del Pdl alle prossime comunali. A quanto si è appreso nel corso di una riunione politica nella sua abitazione milanese il primo cittadino avrebbe prospettato a Mantovani l’intenzione di firmare una lettera di dissociazione dalla candidatura di Lassini nel caso non ci fosse stato un suo passo indietro dalla corsa elettorale a Milano. A sostenere la Moratti si sarebbe speso in prima persona anche Lupi che avrebbe rinnovato la sua condanna sui manifesti già dichiarata pubblicamente ieri a margine della convention nel capoluogo lombardo con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Visto che le liste sono già state depositate, l’unica strada percorribile per placare la bufera sarebbe la rinuncia di Lassini alla propria candidatura.
Dal canto suo Mantovani ha lasciato la riunione a casa del sindaco Moratti senza rilasciare dichiarazioni ai cronisti. Alle insistenti domande su quanto potrebbe ora succedere, il coordinatore del Pdl si è limitato a dire: "Lo stabiliremo presto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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