Appello di Michela Vittoria Brambilla (nella foto) affinché il Parlamento approvi la proposta di legge, a sua firma, per vietare l'allevamento di animali da pelliccia, seguendo l'esempio di 18 tra Regioni e Paesi europei. Nei giorni della settimana della moda, la presidente e fondatrice della Lega italiana difesa animali e ambiente, eletta nelle liste di Forza Italia, si rivolge anche alle donne «perché non si vestano di cadaveri». Il messaggio della campagna è contenuto in un video che Brambilla ha girato con alcuni cincillà vivi, animali tradizionalmente allevati (non più in Italia) per ricavarne pellicce. «C'è un solo modo - afferma - per avere addosso la soffice pelliccia dei cincillà: riempirli di coccole. Signore, non vestitevi di cadaveri». «Il Parlamento dovrebbe voltar pagina sulle pellicce invece di insabbiare la mia proposta di legge in materia», sostiene. «Sono ormai molti - prosegue - e di assoluto prestigio, i marchi e le case di moda che hanno detto no alle pellicce (da ultimo Chicco, Gaultier, Furla, Versace, Gucci, Armani) e ben 18 le regioni o i Paesi europei che hanno deciso di bandire, del tutto o parzialmente, o di eliminare gradualmente l'allevamento di animali da pelliccia. Hanno cioè avuto il coraggio di mettere da parte interessi economici anche rilevanti (l'Olanda, ora proibizionista, era uno dei maggiori produttori europei) e di optare per una «moda etica». Esattamente ciò che chiede la stragrande maggioranza degli italiani (l'86,3 per cento secondo l'ultimo rapporto Eurispes che ha affrontato il tema, nel 2016). Esattamente - ricorda la parlamentare di Fi - ciò che chiede la mia proposta di legge ridepositata all'inizio anche di questa legislatura con il numero 99: «Divieto di allevamento, cattura e uccisione di animali per la produzione di pellicce».
«La pelliccia - aggiunge l'ex ministro - è un indumento non più funzionale, superato dal progresso tecnologico, bandito dal bon ton e, per dirla tutta, piuttosto volgare: non ha nulla a che fare con la bellezza e con l'eleganza».
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