Una numerosa famiglia americana, un cane trovatello e un giardino bianco di neve. Sembrano i presupposti per il nuovo racconto di Natale. Invece la famiglia è in piena crisi di rapporti e il cane non solo ha poco del fedele amico delluomo, ma rivela subito le sue spiccate e irrimediabnili tendenze omosessuali. Sono questi gli elementi chiave di uno dei più celebri racconti di John Fante, «Il mio cane Stupido» che è diventato il divertente monologo interpretato da Andrea Brambilla, diretto da Giorgio Gallione, in scena al Teatro dellArchivolto venerdì prossimo alle ore 21.
«Il mio cane Stupido» è il racconto autobiografico di uno scrittore in piena crisi creativa, Henry Molise, dei suoi quattro figli (più o meno ribelli rompiscatole) dediti allerba e alla musica di Frank Zappa, e di sua moglie, stanca, annoiata e anche un po bigotta.
In una sera come tante altre accade qualcosa di imprevisto che turba linesorabile scorrere di queste sei vite: larrivo di un gigantesco cane akita, ottuso e testardo e profondamente gay. Stupido, questo il suo nome, con una targhetta al collo che recita «Peggio per te», non se ne vorrà più andare e innescherà una incredibile serie di meccanismi a catena fino a portare il povero Hery Molise sullorlo di un tragicomico disastro.
«Il mio cane Stupido» è un impietoso, ironico, drammatico e grottesco autoritratto di John Fante ormai alle soglie della piena maturità, un tardo e imprevedibile capolavoro di uno dei più grandi scrtittori americani del 900, che trova nelladattamento di Brambilla e Gallione una disincantata rappresentazione di chi avrebbe desiderato altro per sé e per gli altri. I personaggi e le storie affiorano dalla voce di Brambilla in un monologo malinconico ma anche divertente e si muovono in una scena semplice, fatta di voce, appunto, di luce e di qualche sedia.