Roma

Il «branco» dei romeni sanguinari

Tentato omicidio, stupro, sequestro di persona, lesioni, rapina aggravata, ricettazione. Una collezione di reati da far spavento per una gang di romeni, da tempo terrore dell’Ardeatina e della zona di Santa Palomba. Due persone in manette e un ricercato internazionale.
L’ennesima banda dell’Arancia Meccanica, composta da almeno cinque persone fra cui un pericoloso pluripregiudicato uscito dal carcere nel mese di agosto, si aggirava su un’Alfa Romeo «156» di colore grigio presa in prestito a un ignaro conoscente. Un vero e proprio commando assetato di sangue, sempre a caccia di denaro da sottrarre alle ragazze dell’est o alle coppiette in pericolosa cerca di intimità.
Un’indagine lunga e difficile per gli inquirenti, ostacolata dalla brutalità del «branco», disposto a tutto pur di sfuggire alla cattura. Come nell’ottobre scorso, quando una pattuglia del nucleo radiomobile dei carabinieri di Pomezia riesce a intercettare la loro autovettura proprio lungo la consolare mentre il gruppo di banditi si appresta ad entrare in azione.
«All’alt dei militari i sospetti si danno subito alla fuga - spiega il capitano Germano Passafiume, comandante della compagnia carabinieri di via Roma -, tanto che c’è stato un lungo inseguimento concluso solamente quando la loro macchina è finita fuori strada». In quell’occasione, a causa della velocità, i delinquenti perdono il controllo del mezzo, escono fuori strada precipitando in un burrone situato al di là dell’Ardeatina. Gli occupanti, però, fanno in tempo, ad aprire gli sportelli e darsi per campi, sfuggendo ancora una volta alle forze dell’ordine. Nell’abitacolo vengono trovati due coltelli a serramanico e alcune tracce di sangue, provocate dal ferimento di uno dei banditi. L’autovettura, completamente distrutta, porta i carabinieri al proprietario, un uomo risultato completamente estraneo al gruppo criminale.
Un episodio che aggiunge un altro tassello al mosaico degli elementi in mano agli investigatori. «Non c’è dubbio: si tratta di un gruppo particolarmente violento - prosegue il capitano dei carabinieri Passafiume - che per mesi abusa e picchia selvaggiamente decine di prostitute straniere che “battono” la strada nell’area che si trova attorno ai Castelli Romani. Le indagini, coordinate da due procure, quella di Roma e quella di Velletri, viene avviata dopo la prima denuncia di una donna dell’est europeo, che era stata aggredita nei pressi del santuario del Divino Amore. Dai dati raccolti abbiamo capito che spesso agivano in tre, a volte in quattro, in alcuni casi in cinque, che usavano il coltello per costringere le giovani a cedere i soldi che avevano nella borsetta e che soprattutto non avevano alcuno scrupolo. In un caso la vittima è stata ferita seriamente e ha rischiato di perdere la vita. Per avere un’idea della ferocia basta dare un’occhiata a quello che è riportato nei referti medici: ferite profonde di arma da taglio, ecchimosi e lesioni su tutto il corpo, fratture e lussazioni. Dovevamo prenderli prima che fosse troppo tardi».
L’altro giorno il blitz dei carabinieri in una baraccopoli tra la capitale e l’area pontina e in alcuni appartamenti dati in affitto a cittadini romeni. Per due sospetti, un pregiudicato di 35 anni nullafacente e senza fissa dimora e un 28enne scarcerato in estate e con l’obbligo di firma, scatta immediatamente il fermo di polizia.

Per il terzo componente della banda, rientrato precipitosamente in patria, viene emesso un mandato di cattura internazionale.

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