Cultura e Spettacoli

Brani con Mogol e Costanzo, riecco Lavezzi dopo undici anni

Neanche a dirlo, il nuovo disco di Mario Lavezzi è un ottimo disco. Il primo dopo undici anni. Si intitola L’amore è quando c’è e, nonostante voglia dare una precisa connotazione temporale, offre dodici brani fuori dal tempo, nel senso che piaceranno oggi come tra un anno o dieci. In fondo lui dice: «Le canzoni forti non invecchiano mai» e ha ragione. L’amore è quando c’è alla fine è fatto così: con cura. E sganciato dall’opprimente presenza dell’attualità. Poi ciascuno giudichi come vuole anche se, c’è da scommetterci, quando sarà presentato dal vivo il 14 dicembre allo Smeraldo di Milano, molti non avranno dubbi di ascoltare uno splendido spaccato di musica italiana d’autore. Insieme con Mogol (che qui ha scritto alcuni testi), Mario Lavezzi è una leggenda che dai Trappers nel 1963 è diventata uno degli autori più apprezzati e ricordati in Italia (ad esempio sono sue E la luna bussò e In alto mare per Loredana Berté e Stella gemella di Eros Ramazzotti). E quindi ora, a 63 anni, non c’è nulla che lo possa portare a scrivere e cantare canzoni nuove se non la passione. E l’amore. Quello ferito ma fiducioso. Due dei nuovi brani sono stati composti (quasi tutti alla chitarra) durante una delle più incredibili separazioni d’amore, e non di insofferenza, che si possano raccontare: la sua da sua moglie Mimosa. Sono stati separati più di due anni e poi, et voilà, l’amore è tornato a casa e i brani composti in quel periodo (Stella e Una speranza nuova) sono rimasti solo frammenti del passato, così belli però da resistere fino a oggi e andare a braccetto in questo disco con i testi scritti dalla poetessa Patrizia Cavalli (quello che dà il titolo all’album), da Maurizio Costanzo e il giovanissimo Lorenzo Vizzini, da Saverio Grandi e appunto da Mogol che firma con Lavezzi Amico Latino, rifiutata nel 1999 a suo tempo da Celentano «perché era troppo impegnata nel sociale».

A proposito: chi è l’amico latino? Che Guevara, «un simbolo che, a prescindere da ogni collocazione politica, in questo momento manca».

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