Brasile Telefonica vuole Vivo, Portugal Telecom dice no

Telefonica va all’assalto di Vivo ma fallisce: Portugal Telecom, che con gli spagnoli condivide il controllo del primo operatore brasiliano di telefonia mobile, ha rifiutato l’offerta da 5,7 miliardi di euro messa sul piatto dal gruppo spagnolo per rilevare la quota dei lusitani.
Obiettivo della società guidata da Cesar Alierta, primo azionista di Telecom Italia (presente in Brasile con Tim Brasil), era acquisire il controllo totalitario di Brasilcel, joint venture di diritto olandese che controlla il 60% circa di Vivo. Ma Vivo è «un fondamentale pilastro di crescita» di Portugal Telecom, ha detto l’amministratore delegato Zeinal Bava chiudendo la porta in faccia alla generosa offerta (le azioni erano valutate il 145% in più della media dell’ultimo mese) per il 50% di Brasilcel. L’operazione, secondo gli analisti, è finalizzata a integrare Vivo con Telesp (la società di telefonia fissa controllata in Brasile da Telefonica) per arginare il declino di margini e ricavi e generare sinergie. Telefonica che è presente in due dei tre principali operatori del Paese sudamericano (Tim Brasil e Vivo) si trova la strada sbarrata dal fatto che sia Telecom Italia sia Portugal Telecom non intendono rinunciare a presidiare un Paese che, in costante crescita, permette di compensare il declino dei mercati domestici.


In questo scenario qualche analista ipotizza che lo stop su Vivo potrebbe spingere Telefonica a battere la strada, apparsa molto probabile qualche mese fa, di una «fusione con Telecom Italia».
Un’ipotesi che, insieme a un report di Credit Suisse che ha promosso Telecom ad «outperform», ha fatto crescere il titolo della società italiana a Piazza Affari (+2,23% a 1,05 euro).

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