Una «bravata di gruppo, con la voglia di sfidare lautorità rappresentata, in quel momento, dallinsegnante». Così, «sulla base dei dati resi noti», il neuropsichiatra infantile Gabriel Levi, dellUniversità La Sapienza di Roma, giudica lepisodio avvenuto nella scuola media di Napoli.
«Atti di esibizionismo di questo tipo, più o meno per gioco o per sfida - ha affermato Levi - sono abbastanza comuni in questa fascia di età e di per sé, se non intervengono fattori ulteriori o particolari, rappresentano una normale scoperta del proprio corpo ed anche, in qualche modo, della sessualità». In questi atteggiamenti, ha sottolineato lo psichiatra, «emerge anche una certa componente di sfida verso gli adulti: è come se il ragazzino mettesse in atto una provocazione per dire loro Vedi? Sto crescendo anchio!».
Nel caso di Napoli però, ha aggiunto lesperto, «mi sembra più una bravata di gruppo che altro; non cè, infatti, alcun riscontro, ad esempio, di provocazioni nei confronti delle compagne di classe e anche il coinvolgimento attivo dellinsegnate supplente - ha aggiunto - mi sembra, stando alla descrizione data dei fatti, abbastanza dubbio».
Insomma, si tratterebbe, secondo Levi, di «una sfida tra ragazzini senza altri fini particolari, ed anche di una sfida verso lautorità della docente. Più facile - ha commentato - pensare ad una classe particolarmente irrequieta nella quale linsegnante non è stata in grado di mantenere lordine».
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