«Spregiudicata indifferenza verso i pazienti» che si traduce in «trattamenti chirurgici invasivi», e «pericolosità sociale». Sono le motivazioni con cui il tribunale del Riesame respinge la richiesta di scarcerazione di Pierpaolo Brega Massone, lex primario di chirurgia della clinica Santa Rita ora agli arresti, avanzata dal legale del medico, lavvocato Massimo Pellicciotta. La difesa aveva chiesto di «ammorbidire» la misura detentiva, dal carcere ai domiciliari.
I giudici, invece, i sottolineano come sia ancora attuale il pericolo di inquinamento delle prove, ritenendolo «di massima intensità», perché «lattivismo del Brega Massone in tale attività appare tuttora possibile sia con riguardo alle persone offese, sia in relazione ai coimputati». Ancora, sono rimarcati «il numero e la gravità intrinseca dei delitti, la spregiudicata indifferenza verso i pazienti avviati a trattamenti chirurgici invasivi e in molti casi profondamente mutilanti», «pur in assenza di una riscontrata necessità terapeutica».
La pericolosità di Brega Massone, per il Riesame, «non si esaurisce nellattività professionale svolta: al contrario è la strumentalizzazione sistematica e continua della sua professione a delineare lassoluta inaffidabilità dello stesso, rilevando una personalità i cui tratti di trasgressività assorbono ogni ulteriore considerazione sul punto». Il primario, infine, si sarebbe reso responsabile anche di «una negazione delle regole basilari non solo nellesercizio della professione ma della convivenza civile».
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