Brenda, autopsia: "Nessuna lesione, è asfissia" Trovati tranquillanti e si cerca un altro cellulare

Altro sopralluogo nell'appartamento del trans. L'esito dell'autopsia: nessuna lesione, morte per asfissia. Gli inquirenti hanno trovato diverse scatole di Minias, alcune consumate altre nuove. Si cerca il secondo cellulare del viado (il primo rubato da una banda di romeni)

Brenda, autopsia: "Nessuna lesione, è asfissia" 
Trovati tranquillanti e si cerca un altro cellulare

Roma - Ancora indagini nei pochi metri quadri di via Due Ponti. Gli investigatori sono tornati oggi nell'appartamento del trans morto alle 4,30 della notte scorsa in un incendio. Al lavoro gli uomini della polizia scientifica e della squadra mobile della questura. Sul decesso del trans, coinvolta nella vicenda che ha portato alle dimissioni del presidente della regione Lazio Piero Marrazzo, la procura indaga per omicidio volontario.

Autopsia: morta per asfissia L’autopsia compiuta oggi sul cadavere di Brenda ha confermato che il decesso è avvenuto per asfissia da ossido di carbonio sprigionatosi nell’incendio divampato nella sua abitazione. La tac ha anche evidenziato che sul corpo del trans non sono presenti lesioni

La pista degli psicofarmaci Gli inquirenti, che già ieri avevano portato via dall’abitazione molto materiale compreso il personal computer di Brenda che era stato trovato nel lavabo sotto lo scrosciare del rubinetto dell’acqua, hanno effettuato ulteriori verifiche a cominciare dalla presenza nell’abitazione di psicofarmaci. Sono state trovate diverse scatole di Minias, un tranquillante. Alcune consumate, altre integre. Già individuata anche la farmacia dove sono stati acquistati. In questura ieri fino a tarda sera sono proseguite le audizioni di persone, circa una quindicina, e non si esclude che anche oggi negli uffici di via San Vitale possano continuare ad essere ascoltati amici, vicini di casa e conoscenti di Brenda.

Si cerca il secondo cellulare
Brenda avrebbe avuto un secondo cellulare. E gli inquirenti della Procura di Roma ne stanno cercando traccia. Brenda subì un’aggressione, la sera dell’8 novembre scorso, e in quell’occasione le fu rubato un cellulare. Secondo chi indaga nella sua disponibilità c’era anche un altro telefonino. Gli investigatori della squadra mobile oggi sono tornati nel residence. E hanno esaminato il contenuto dei cassonetti della zona. Sono state rilevate una serie di impronte digitali che adesso andranno confrontate, si spiega. Intanto i risultati dell’esame autoptico, istologico, tossicologico e dell’analisi del contenuto del computer potrebbero dare una svolta all’inchiesta. Dalla tac effettuata sul cadavere di Brenda non sarebbero state riscontrate lesioni. Dalle audizioni svolte risulta inoltre che Brenda sia tornata a casa da sola intorno alle 2-2.30 di notte. Nell’appartamento di via Due Ponti sono stati inoltre trovati numerosi sonniferi di cui Brenda risulta facesse uso. Confezioni sia vuote che parzialmente integre.

Le indagini Gli inquirenti stanno scandagliando tutte le possibili piste a partire propria dalla scena del presunto omicidio che è stata definita dagli stessi investigatori "molto complessa". Elementi utili all’accertamento della verità potrebbero arrivare dal pc ritrovato nel lavandino. In particolare, dal recupero della memoria dell’hard disk che potrebbe dare una prima risposta alla domanda se esistono altri video girati dal trans, di cui si è parlato dopo la bufera scoppiata con il caso Marrazzo. C’è poi il telefonino rubato qualche giorno fa a Brenda durante una strana rapina avvenuta sulla Cassia da parte di alcuni stranieri, non identificati. Probabilmente dell’Est, forse romeni. Così come sarebbero romeni quelli che, almeno a quanto sostengono le testimonianze di alcuni trans, nelle ultime settimane avrebbero terrorizzato i viados in alcune zone di Roma Nord. Se il ritrovamento del pc nel lavandino e il furto del telefonino sono in qualche modo collegati alla morte di Brenda lo dovranno stabilire le indagini. Anche dall’analisi tabulati sul telefono di Brenda potrebbero venir fuori informazioni importanti per gli inquirenti. Ad esempio sui contatti avuti (e con chi?) da Brenda negli ultimi mesi. Cioè, dall’inizio della vicenda giudiziaria che ha portato alle dimissioni del governatore del Lazio e agli ultimi giorni di vita di Brenda. Alla soluzione del giallo di via Due Ponti potrà contribuire anche l’esito della perizia medica legale sul cadavere della trans.

La casa e il palazzo È un appartamento piccolo e dall’arredamento essenziale quello in cui Brenda, il transessuale coinvolto nella vicenda Marrazzo e trovato cadavere ieri alle 4,30 del mattino, ha passato le ultime ore della sua vita. Vi si accede da una sorta di cunicolo che immette a una breve rampa di scale, salita dopo la quale ci si trova di fronte a tre porte in metallo, tinte di rosso, che immettono ad altrettanti appartamenti. Tutti uguali: un piccolo ambiente di poco più di dieci metri quadrati con un soppalco. Due mazzi di fiori, oggi, indicano la porta di Brenda. Poco più in alto l’avviso della sezione omicidi della mobile. Non si accede, ma dal buco praticato dai vigili del fuoco per entrare nell’appartamento, completamente annerito dalla fuliggine prodotta dall’incendio, si può ancora vedere il letto consistente in una rete con un materasso a molle in parte bruciato dalle fiamme. Poco più in là, sotto una finestrella, anch’essa annerita dalla fuliggine, una piccola scrivania e una sedia di legno.

A rendere più triste il tutto il complesso residenziale di via Due Ponti: quattro casermoni intonacati di grigio, tempestati di antenne paraboliche e panni stesi ad asciugare al sole. Difficile immaginare che, appena al di là della strada, ci siano i condomini di lusso della Via Cassia.

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