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Brenda, procura: "L'ipotesi è omicidio" Segreti e video nel pc finito nell'acqua

Il corpo sul letto dell'appartamento di via Due Ponti andato a fuoco (guarda il video). Nella piccola casa, invasa dal fumo, trovato un pc (ecco come saranno recuperati i dati) immerso nell'acqua: forse contiene il secondo video con Marrazzo e altri segreti. Sesso, coca e affari sporchi

Brenda, procura: "L'ipotesi è omicidio" 
Segreti e video nel pc finito nell'acqua

Roma - Uno dei transessuali coinvolti nel "caso Marrazzo", Brenda, è stato trovato morto nella sua abitazione. Accanto al cadavere, seminudo, c'erano due valigie chiuse, come se il trans fosse in procinto di partire. Ma potrebbe trattarsi di una messinscena. C'era anche una bottiglia di whisky. I vigili del fuoco sono stati chiamati per un incendio che si stava sviluppando nelle cantine di una palazzina in via Due Ponti, intorno alle alle 4.16 di stanotte. Arrivati sul posto dopo aver buttato giù la porta hanno trovato il corpo del trans, forse morto per soffocamento da fumo. A quanto si apprende l'appartamento - dove non pare che il trans ricevesse i clienti - sarebbe composto da un unico locale, con un soppalco. E proprio nel letto posto sul soppalco è stato trovato, supino, il corpo di Brenda.

Liquido infiammabile Alcune tracce di liquido infiammabile sarebbero state trovate nell’appartamento, non lontano dal cadavere di Brenda. Inizialmente gli inquirenti si erano soffermati su un borsone, vicino alla porta, da cui sarebbero potute partire le fiamme. L’incendio avrebbe causato solo qualche danno all’appartamento. L’abitazione si trova al piano ammezzato di un palazzo con ingresso in comune con altri appartamenti. La porta d’ingresso, al momento dell’arrivo dei vigili del fuoco, era chiusa.

Il computer nel lavandino Dal monolocale gli agenti hanno prelevato diversi oggetti, tra cui un computer. Stranamente il pc si trovava nel lavandino dell’appartamento, bagnato, come se fosse stato immerso nell'acqua. Il particolare, rivelato da fonti investigative, farebbe supporre a un gesto volontario per rendere il computer inutilizzabile. I file contenuti nel pc saranno analizzati dagli esperti: potrebbero contenere elementi utili all'inchiesta.

Natalie: secondo video sul pc "Se credo al suicidio di Brenda? Non lo so. Se è successo quello che è successo a lei, può darsi che sia perché ha fatto qualcosa. Io non posso dirlo. Nessuno sa la verità e io non posso dire una cosa che non so". È quanto ha affermato il transessuale Natalie in un’intervista al Tg2. Alla domanda se avesse visto o meno il secondo video di Marrazzo, Natalie ha risposto di no: "Non l’ho visto, sono cose che si dicono in giro, però nessuno sa la verità. Se il secondo video era sul computer di Brenda? Dicono di sì".

Si indaga per omicidio volontario L’ipotesi sui cui indaga la procura di Roma è stata fatta dopo il sopralluogo di quattro magistrati: Capaldo, Sabelli, Laviani e Cipolla. Gli inquirenti hanno disposto gli esami tossicologici. Gli investigatori hanno ascoltato una quindicina di testimoni. Amici e conoscenti, tra cui molti transessuali, e vicini di casa. Si indaga per ricostruire le ultime ore di vita del transessuale. Dopo un lungo vertice in procura gli investigatori non si sbilanciano: "Allo stato degli atti dopo la morte di Gianguarino Cafasso c’è un altro decesso misterioso, quello della trans Brenda". Sarà decisiva l'autopsia. La tesi dell’omicidio resta la più probabile. A questa prima conclusione sono arrivati gli inquirenti romani dopo i primi accertamenti eseguiti. Molti dati farebbero propendere in questa direzione, ma al riguardo c’è molto riserbo. Di sicuro sono state prese in considerazioni la pista suicidaria e quella dell’incidente, ma hanno perso progressivamente consistenza.

Desiva l'autopsia L’autopsia su Brenda, che si svolgerà tra domani e lunedì prossimo, e gli esami tossicologici potranno fornire un quadro più chiario della vicenda. Allo stato il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il sostituto Rodolfo Sabelli esaminano gli elementi acquisiti: il portone d’ingresso chiuso con una mandata, il punto in cui si è sviluppato il fuoco (borsone e valigia all’ingresso), l’assenza di tracce di innesco, il computer trovato in un lavandino con il rubinetto aperto, l’assenza di tracce visibili di colluttazione e di altre presenze in casa. Gli inquirenti, preso atto delle testimonianze in base alle quali Brenda non avrebbe voluto sparire, né suicidarsi ("aveva paura della vita - ha detto qualcuno - non della vicenda in cui era finita") hanno già disposto una consulenza tecnica sul computer per verificarne il contenuto. Parallelamente i pm stanno ora valutando sotto un’altra veste la fine di Gianguarino Cafasso, il pusher dei transessuali che gravitano nella zona di via Gradoli, morto all’inizio di settembre per un’overdose. A piazzale Clodio sono attesi per i prossimi giorni gli esiti finali degli accertamenti autoptici e non è escluso che anche per quel decesso si possa configurare un’ipotesi omicidiaria.

Il caso Marrazzo Il trans brasiliano coinvolto nel caso che ha portato alle dimissioni di Piero Marrazzo, era stato ascoltato il 2 novembre scorso in procura, come testimone, nell’ambito dell’inchiesta sul presunto ricatto ai danni dell’ex presidente della Regione. L’audizione doveva servire a chiarire, tra le altre cose, l’esistenza o meno di un secondo video in cui apparirebbe Marrazzo e del quale hanno fatto cenno alcuni transessuali.

La rissa Pochi giorni dopo, il 9 novembre, il trans Brenda era rimasto coinvolto in una rissa dalla quale era uscita con ferite al volto. Era stato fermato dai carabinieri in via Biroli, sulla via Cassia. I militari in quell’occasione dovettero difendersi perché Brenda aveva dato in escandescenze. In quell’occasione gli era stato anche rubato il telefono cellulare. 

L'avvocato dell'ex governatore "È inquietante - dice Luca Petrucci, legale di Piero Marrazzo -. Non posso pensare che la settimana scorsa questa persona è stata aggredita e rapinata e da poche ore è morta bruciata. Bisogna indagare per vedere se c’è qualcosa di più grosso di quel che sia già emerso. Ritengo giusto ora mettere sotto protezione Natalie, forse le indagini stanno scoperchiando un sistema simile a quello della Uno Bianca dove si mettevano tra l’altro a tacere i testimoni".

L'amica: era preoccupata "Brenda viveva qui da sei anni. L’ho vista ieri sera, stava bene, ma era molto preoccupata". Lo ha detto Barbara, trans amica di Brenda. "Abbiamo bevuto insieme, e io l’ho lasciata a vedere la tv - ha aggiunto Barbara - comunque escludo la possiblità che abbia assunto barbiturici". 

L'ultima intervista "Non ho mai avuto rapporti con Marrazzo. Si è visto da queste parti, ma io non c’entro niente, non so niente". Brenda aveva raccontato questo, ai giornalisti, il 24 ottobre scorso. "È stato con Natalie - aveva aggiunto parlando della vicenda Marrazzo - l’ha detto anche lui".

Un'altra vittima dopo Cafasso Nella vicenda che ha coinvolto l’ex presidente della Regione Lazio, Brenda è la seconda vittima. A settembre morì Gianguarino Cafasso, lo spacciatore di droga indicato da uno dei carabinieri arrestati (accusati di aver ricattato Marazzo) come il "confidente". Cafasso morì per arresto cardiaco, provocato probabilmente dall’assunzione di droga. La procura ha disposto accertamenti sulla morte del pusher per far luce sulle cause del decesso.

Due incontri con Marrazzo L'ex governatore Marrazzo avrebbe avuto due incontri con Brenda (che lui chiamava Blenda). Lo afferma lui stesso nella sua deposizione dello scorso 2 novembre. Nel verbale Marrazzo parla soprattutto di Natalie, il transessuale nel cui appartamento si trovava quando sono entrati i due carabinieri che lo avrebbero derubato e poi ricattato. A una precisa domanda dei magistrati l’ex presidente del Lazio risponde: "Ho avuto incontri di questo tipo con un’altra persona, una certa Blenda, nome che ho letto sui giornali in questi giorni e che mi sembra di ricordare".

Chiarendo poi di non essere "a conoscenza di video o foto scattate da Blenda in occasione di questi incontri".

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