Cronaca locale

Brera, nel pub delle «Pecore» la birra si serve con la predica

Il locale di via Fiori Chiari è stato il primo bar cristiano. Tra gli «ospiti» anche Ornella Vanoni

Brera, nel pub delle «Pecore» la birra si serve con la predica

Paola, bella ragazza mora, grandi occhi scuri, porta jeans strappati, scarpe da tennis argentate, e una maglietta nera con su scritto «Sheep is chic»: la pecora è chic. Per anni ha lavorato in tv e ha organizzato eventi. Oggi serve ai tavoli del pub «Le Pecore», in via Fiori Chiari 21, il primo bar cristiano d'Italia, che gestisce insieme al marito Andres. Paola (31 anni di Como) ha conosciuto Andres (32enne colombiano) a una «messa» evangelica: «Mi aveva portato un'amica, il clima era così sereno che mi sono sentita subito bene. La mia conversione è iniziata così». Oggi è evangelica come il marito, e come tutti i proprietari del bar: 300 giovani soci (italiani e sudamericani) che appartengono ai pentecostali del ministero Sabaoth. «Alcuni di noi hanno investito, altri partecipano solo alla gestione», spiega Andres. Tutti qui sono pentecostali, o «cristiani», come preferiscono definirsi loro («le etichette non ci piacciono...»). Socia di maggioranza, la brasiliana Roselem Boerner Faccio - 37 anni, occhi azzurri e lunghi capelli biondi -, pastore e fondatrice della congregazione dei pentecostali di Milano, che conta anche una biblioteca e uno studio di registrazione. Tutto in questo pub a una prima occhiata «laico», a guardar bene, parla di religione. Qui nessuno però parla apertamente di religione. Tutti sono pronti ad aiutarsi e ad aiutarti, se ti vedono in difficoltà. Ma niente proselitismi. «Qualche cliente finisce per diventare un fedele. Ma non è questo il nostro fine. Il bar è stato aperto per far vedere che Dio non è solo nelle chiese e nelle religioni, ma vive ogni giorno con noi», dice Paola sorridendo. Quello che colpisce, entrando, è un gran senso di pace. Saranno le luci soffuse, sarà la musica (spesso pop-rock religioso), sarà la gentilezza di chi ci lavora. Ci sono pecore ovunque (alle pareti, in miniatura negli angoli, sul menù), perché «le pecore sono i fedeli, il pastore è Gesù». Alle pareti, il vangelo secondo Giovanni. Qui per pranzo c'è un ricco buffet, e si incontrano impiegati, commesse, liberi professionisti. Di sera il locale si trasforma. Dopo l'aperitivo, pentecostali e non si ritrovano per la lettura della Bibbia, corsi di archeologia biblica, lodi e preghiere, ma anche per il cabaret (il programma sul sito www.lepecore.com). Tutto all'insegna di questa religione, paladina dei valori tradizionali (è contraria all'aborto e ai rapporti prematrimoniali) che, la sera, si infila anche nei concerti, gratuiti e aperti a tutti come una grande festa. Alla quale partecipano anche ospiti noti: «Spesso Ornella Vanoni fa delle serate per amici e fan - racconta Paola -, ci siamo convertite nello stesso momento, sei anni fa». E proprio il suo ultimo album è dedicato a Gesù. Ogni domenica mattina, alle 10 e 30, più di 400 pentecostali vanno «a messa» al teatro Ciak: «Da quando hanno demolito la nostra chiesa ci siamo dovuti spostare nei teatri». Il culto inizia con mezz'ora di musica pop o rock, una band «religiosa» sul palco, i fedeli che cantano con le mani alzate. Poi il pastore Roselen legge la Bibbia. Ma c'è spazio anche per barzellette e battute. I più giovani, come il 24enne Juan, che magari fanno tardi il sabato sera e non riescono a svegliarsi prima delle 10, si danno appuntamento al pub verso le 17. Per pregare, ma anche per stare insieme.

E divertirsi, perché «Gesù è dappertutto».

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