Tre capolavori entrano a fare parte del percorso espositivo della Pinacoteca di Brera. Si tratta di uno splendido esemplare scultoreo di Vincenzo Vela, una statua neoclassica di Luigi Antonio Acquisti e un olio su tela di Luca Carlevarijs. Le nuove acquisizioni della Pinacoteca saranno visibili da domani, nellambito della Settimana della Cultura, giunta questanno alla dodicesima edizione, in calendario da venerdì 16 a domenica 25 aprile: iniziativa che comprende, tra laltro, anche presentazioni di restauri eseguiti sotto la direzioni dei funzionari della Soprintendenza per i Beni Storico Artistici, relativi a enti locali e a edifici di culto di tutte le provincie lombarde.
Nella Sala della Passione di Brera, la dottoressa Sandrina Bandera, con lo staff della Soprintendenza, Mariolina Olivari, Isabella Marelli e Cecilia Ghibaudi, ieri hanno dunque presentato i restauri sul territorio e le proposte collegate alla XII Settimana della Cultura: iniziative che hanno coinvolto il territorio lombardo in senso esteso: Milano, Bergamo, Como, Lecco, Lodi, Monza, Pavia, Sondrio, Varese, Mortara, Zanica, Lovere, Palazzago.
Partiamo con la descrizione dellopera di Vincenzo Vela (Lingornetto 1820 - Mendrisio 1891), dal titolo «Il mercante di Schiave» risalente agli anni 40 del XIX secolo. La scultura, alta circa un metro, si presenta come un gruppo scultoreo in marmo di Carrara e raffigura un vecchio con una fanciulla accovacciata ai suoi piedi. «In realtà al lavoro era stato dato anche un altro titolo, Fanciulla con turco, acquistata con diritto di prelazione dal ministero per i Beni e le Attività Culturali nel 2009 da un collezionista privato che lo aveva prestata allUfficio Esportazione Oggetti dArte di Milano per il rilascio dellattestato di libera circolazione», ha spiegato Cecilia Ghibaudi curatrice dellopera.
Soffermiamoci ora sulla scultura in marmo neoclassica, realizzata da Luigi Antonio Acquisti (Forlì 1744 - Bologna 1823), realizzata durante un soggiorno a Roma dellartista che raffigura Atalanta, figura mitologica greca figlia di Iaso, re dellArcadia, e di Climene (1806), con la testa di cinghiale, trofeo che causò la rovina di Meleagro. La bella statua era stata acquistata dal vicerè Eugenio Beauharnais nel 1807, dunque soltanto un anno dopo la sua realizzazione, e destinata a far parte proprio del primo nucleo di opere delle primitive Gallerie dellAccademia di Brera. Nel 1902 fu concessa in deposito temporaneo alla Galleria dArte Moderna di Villa Reale e a più di cento anni di distanza fa ritorno alla sua collocazione originaria. Un impegno portato avanti di Isabella Marelli con grande soddisfazione della direzione di Brera e del ministero.
A chiudere il trittico, il «Capriccio con Ponte Rotto» di Luca Carlevalijs (Udine 1663 - Venezia 1730), olio su tela di 85,5 x 130.5 centimetri, datato 1710-1720 circa. Il dipinto è un recentissimo dono alla Pinacoteca di Brera (2010) del professor Giuseppe Scalabrino: un dipinto che arricchisce il piccolo ma notevole nucleo di pitture di vedutisti veneziani del museo come Canaletto, Guardi e Bellotto. La bella tela raffigura il Ponte Emilio, lantico ponte romano ridotto in rovina dalle furie del Tevere a partire dal 1598. A seguire le sorti e il recupero del «Capriccio» è stata Mariolina Olivari, appassionata di vedute ed esperta darte antica, che ha spiegato cosa ancora riserva Brera per levento.
Infatti, in collegamento con la mostra «Tutti a tavola» (Galleria dArte Moderna a Villa Reale,) fino al 9 maggio si potrà vedere Morandi reinterpretato da Peter Greenaway, con un allestimento di Mario Bellini. E poi ancora Bill Viola a Brera per la mostra «Fuoco».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.