È lunico ateneo della Lombardia a non aver superato lesame di qualità del ministero. LUniversità degli studi di Brescia, quella dove Mariastella Gelmini si è laureata in legge, è stata bocciata dalla sua studentessa diventata ministro dellIstruzione. Il voto finale è stato negativo, come negativa è la variazione dei fondi: 0,39 per cento in meno rispetto allo scorso anno. Il polo accademico della città della Loggia è finito sotto nella valutazione degli standard di eccellenza in ricerca e didattica. Uno schiaffo per il magnifico rettore Augusto Preti, ordinario di biochimica, che, in una sorta di monarchia, è al timone delluniversità bresciana dal 7 novembre 1983, lanno successivo alla sua fondazione. Quattro facoltà - economia, medicina, giurisprudenza, ingegneria -, circa 14mila studenti iscritti, un corpo docenti di 563 tra professori e ricercatori, luniversità di Brescia ha incassato un risultato negativo nella classifica del ministro Gelmini che si traduce in un taglio nellerogazione dei finanziamenti per il prossimo anno: fondi in meno per quasi 200mila euro.
Dal suo studio il rettore Preti preferisce non commentare la sconfitta e ha continuato a leggere e rileggere dallalto al basso la graduatoria stilata dal ministero, ma soprattutto ha focalizzato la sua attenzione sugli altri atenei lombardi e non ha potuto non attestare che davanti a Brescia ci sono tutti gli altri. Passi per il Politecnico di Milano, la Statale di Milano e Milano-Bicocca, va bene Pavia e la sorprendente Insubria di Como e Varese, ma Bergamo al quarto posto è davvero uno smacco per tutti i bresciani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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