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Bresso La zarina illuminata ha spento la luce: «I piemontesi si pentiranno di essersi ribellati»

Se è vero che - come trasmetteva «Radio Maria» ieri - «Bonino, Bresso, il cattolico non è fesso», per qualcuno invece l’elettore non solo è fesso, ma pure masochista e da interdire. Questo è in buona sostanza il sunto delle dichiarazioni tutto fiele rese da Mercedes Bresso, la governatrice uscente del Piemonte, nelle ore dell’immediato lutto elettorale per il centrosinistra. Già, perché è bastata una sconfitta inattesa a sprangare l’apertura mentale della governatrice, così come è bastata la delusione per spegnere il suo illuminismo progressista: «Chiederò di ricontare le schede», ha esordito a urne ancora aperte ribollendo di fastidio. Salvo poi virare su uno snobistico disgusto per l’elettorato bue: «Purtroppo, non si vince parlando di programmi, ma facendo leva sulla pancia della gente». Pfui, questi mangia-gianduiotti che si lasciano abbindolare dai druidi lumbàrd. Pfui, noi che ci battiamo per i diritti, la pillola abortiva, le coppie gay: poi arriva un novarese secco secco e questa masnada di Pautasso e Vettorello vota Lega. Un ragionamento da altezzoso principe diseredato, quello della Bresso. A cui proprio non passa per la testa che gli elettori sono gli stessi che la premiarono cinque anni fa. Mica si saranno rimbambiti nel frattempo, evidentemente non è andato loro a genio il suo mandato, no? Ma l’autocritica, si sa, è cosa rara negli oligarchi illuminati di tendenze laiciste. Così come il fair play, dato che le ultime parole della Mercedes in panne sono state queste: «I leghisti sono xenofobi e razzisti e vanno contrastati.

I piemontesi pagheranno caro il loro ribellismo». Ve ne pentirete, bifolchi, ve ne pentirete!

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