Dicono che Fabio Broglia si sia guadagnato un posto al sole, «dallaltra parte» e devessere vero. Il «salto» non avverrà prima del 9 aprile, quando le elezioni politiche, complice la nuova legge elettorale, ridisegneranno gli schieramenti. Ma le grandi manovre, il capogruppo dellUdc le ha iniziate da tempo. Banco di prova e trampolino di lancio lostruzionismo contro la manovra fiscale. Lui non ha partecipato, stringendo in soli 13 minuti un intervento che, lungi dallesprimere contrarietà allaumento delle tasse, proponeva un tavolo di confronto alla giunta su proposte concrete. E ieri lha messa così: «Hanno perso tutti, perché è mancata la politica».
Le conseguenze sono state quelle che si aspettava. Prima, domenica sera, un Gianni Plinio capogruppo di An che lo ha allontanato non troppo gentilmente dalla riunione del centrodestra: «Gli altri lo pensano, io te lo dico in faccia: questa è una riunione di minoranza e tu in questa occasione non mi pare ne faccia parte, quindi puoi andare». Subito dopo, ieri, i complimenti del diessino presidente della Regione Claudio Burlando: «Se il centrodestra avesse mostrato un atteggiamento più collaborativo poteva andare diversamente. Lunico che lo ha capito è stato Broglia, che è stato coerente. Ha presentato alcune proposte quali il ticket, l'osservatorio sui prezzi, la rimodulazione modesta delle aliquote e altro». Non solo: «Se loro avessero presentato non quattromila-cinquemila emendamenti ma quattro o cinque proposte si sarebbe aperta una discussione allinterno della maggioranza, molto complessa. Avrebbero, insomma, fatto politica. Hanno deciso invece di fare unaltra cosa e ci hanno rimesso, perché la politica è unaltra cosa». Ecco.
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