«Bruciare bandiere è disgustoso, ma l’Italia capisce le scelte di Israele»

«L’Europa deve capire che dobbiamo difendere la nostra popolazione», spiega al Giornale l’ambasciatore israeliano in Italia, Gideon Meir.
Ambasciatore, che cosa ne pensa della reazione europea all’operazione israeliana a Gaza? E di quella italiana?
«Siamo determinati a portare a termine la nostra missione: fermare il lancio di razzi Kassam e Grad su Israele. In questo momento il 15% della popolazione israeliana vive in rifugi antimissile; questo non è iniziato oggi, ma otto anni fa. In otto anni ci hanno lanciato 8.000 razzi. L’Europa deve capire: dobbiamo proteggere la popolazione. Abbiamo un ottimo dialogo con la leadership italiana. Il ministro Tzipi Livni ha parlato con Franco Frattini. Il fatto che l’Italia capisca la necessità di proteggersi d’Israele è importante».
Che cosa si aspetta dalla visita del leader francese Sarkozy, oggi nella regione?
«Nicolas Sarkozy è un amico d’Israele. Penso che il messaggio israeliano al presidente sarà: dobbiamo portare tranquillità. Non si ottiene nulla attraverso il terrorismo. Sarkozy incontrerà anche quella leadership dell’Autorità nazionale palestinese che porta avanti negoziati per arrivare a una soluzione a due Stati».
Fra pochi giorni scadrà il mandato di Abu Mazen, unica controparte dialogante. Che cosa succederà?
«È una decisione che spetta soltanto ai palestinesi».


Qual è la sua reazione alle manifestazioni pro palestinesi in Italia in cui sono state bruciate bandiere israeliane?
«La maggior parte dei manifestanti era d’origine straniera, non c’erano italiani. Era ovvio in Italia e nel resto d’Europa. Bruciare la bandiera israeliana è disgustoso. Bruciare la bandiera di qualsiasi Paese è disgustoso. Si parte da questo e si finisce per bruciare le persone».

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