Bruciata l’ipotesi Milano-Opera, la più gradita ad Amsa, che l’aveva già depositata in Regione col favore di Palazzo Marino, il cammino del nuovo termovalorizzatore riparte da zero. Torna ai Consigli comunali, e alle nuove decisioni di Provincia e Regione. Ma non sembra potersi fermare.
Il Consiglio direttivo del Parco Sud convocato due giorni fa a Palazzo Isimbardi dal presidente della Provincia Guido Podestà ha detto «no» all’ipotesi di localizzare l’impianto in quella zona «verde» al confine fra Milano, Opera e Rozzano, all’interno dell’area verde. Troppo forti le resistenze: l’opposizione dei sindaci della zona, le manifestazioni popolari, lo scetticismo di tanti politici, la aperta contrarietà dei leghisti.
Eppure le preoccupazioni che il presidente di Amsa Sergio Galimberti ha manifestato al «Giornale» (ha detto «senza un nuovo termovalorizzatore facciamo la fine di Napoli in tre anni») non sembrano giustificate. In Provincia infatti, ci sarebbe la radicata convinzione di difendere il Parco Sud non consentendo la costruzione dell’impianto nella zona prediletta dall’azienda di gestione dei rifiuti, ma nello stesso tempo è maturata la convinzione di portare avanti il progetto di un nuovo impianto. La sua necessità d’altra parte è scritta nero su bianco dal Piano provinciale approvato nel 2009. L’unica soluzione, dunque, è trovare un’altra localizzazione. Un sito alternativo che unisca ai requisiti logistici e urbanistici anche le ragioni di tutela ambientale. E per il dopo-Parco Sud si parla di altre due aree. Una a Lacchiarella, l’altra a Pioltello-Rodano. E Podestà conferma di aver chiesto alla Regione nuove ipotesi, da esaminare nei prossimi giorni.
A questo punto, insomma, la patata bollente torna ai Comuni e al Pirellone. Con la Provincia pronta a recepire l’indicazione del territorio, e intenzionata a risolvere il problema: «Sarebbe assurdo se ogni volta che cambia giunta si buttasse all’aria tutto il lavoro fatto da chi ha governato prima». Su lavoro precedente è aperto il fronte polemico di Filippo Penati. L’ex presidente della Provincia oggi è fortemente critico con la scelta del Parco Sud. Dal centrodestra ricordano che nel 2009, da commissario regionale, aveva lui stesso indicato l’area che oggi dice di voler tutelare, preferendo come localizzazione il Nord-Milano.
Dal suo stesso partito, il Pd, il consigliere comunale Aldo Ugliano, che coordina il comitato «No all’inceneritore nel Parco Sud», nega invece in toto la necessità di un nuovo impianto. «Ci sono tecnologie in grado di far superare il problema con la raccolta differenziata, che deve arrivare al 65% entro il 2012. Non è vero come dice Galimberti che l’alternativa a un nuovo impianto è Napoli, e la riduzione dei consumi impone di rivedere le previsioni del Piano».
Il Milanese oggi produce 2 milioni di tonnellate di rifiuti l’anno. Di questi 455mila tonnellate sono smaltite nell’impianto più grande, Silla 2.
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