Paola Setti
Accade tutto nello stesso minuto. Dal suo ufficio nel Comune di Brugnato cè il sindaco Claudio Galante che punta il fucile sullufficio genovese di Luigi Morgillo il capogruppo di Forza Italia in Regione: nessun illecito nella mia campagna elettorale, Morgillo pensi ai casi suoi. E dallufficio di via Fieschi cè Morgillo che replica a pallettoni: il prefetto della Spezia ha censurato il comportamento di Galante, richiamandolo al rispetto delle leggi, pena il configurarsi dellipotesi di danno erariale e laccertamento delle responsabilità da parte della Corte dei Conti.
Era già incandescente, la campagna elettorale nel paese più litigioso della Liguria. Adesso è fuoco aperto. Prima i veleni fra Galante e Forza Italia: lui che vuole candidarsi per il terzo mandato sfidando una legge che lo vieta e che lui considera ingiusta, il partito che risponde picche e candida Paolo Gregori per «Brugnato 2006», il sindaco uscente che decide di correre da vicesindaco in una lista alternativa, «Insieme per Brugnato». Accade di tutto. Galante non si dimette da Forza Italia e anzi, forte dei suoi consensi porta con sé altri esponenti azzurri. Il Motore Azzurro da Roma allora si mette a chiamare gli elettori per fare chiarezza: «Le ricordo che il candidato della CdL è Gregori». E ora quellelenco di presunti illeciti che Morgillo segnala al prefetto della Spezia Vincenzo Santoro, là dove il sindaco avrebbe abusato del proprio ruolo per farsi propaganda elettorale. Un mese di episodi: il rinfresco offerto ai beneficiari dei contributi regionali per il rifacimento delle facciate, lattacco agli avversari durante la cerimonia del 25 aprile, la presentazione di un libro finanziato dal Comune, la conferenza stampa per annunciare i buoni vacanza agli anziani, fino alla convocazione di un conasiglio comunale straordinario per la consegna di alcune onorificenze.
Ieri Galante ha accusato Morgillo di atteggiamento «vergognoso» e di «menzogne», allegando il parere legale dellavvocato Pier Giorgio Leoni, secondo il quale «non si vede come e perché un sindaco non possa, in periodo preelettorale, inaugurare un edificio pubblico, una mostra o presentare un libro». Spiega Galante che il rinfresco non fu offerto a spese del Comune: «Ho pagato personalmente con mio assegno», e cita gli estremi per chi volesse verificare. Quanto al consiglio comunale accusa gli avversari di scorrettezza politica: «La minoranza ha partecipato alla seduta, e solo il giorno dopo ha fatto partire il fax dallalbergo dei Tigli, che è di Gregori, chiedendo lintervento del prefetto. Perché non lhanno richiesto prima?». Quindi dice a Morgillo che «farebbe bene a lasciar perdere Brugnato, dove abbiamo dimostrato di saper governare senza di lui. Rivolga il suo interessamento a quei poveri operai della Vaccari che hanno perso il lavoro». Ma ieri il prefetto è stato inflessibile. Punto di partenza proprio il consiglio comunale. Scrive Santoro: «Il consiglio comunale, dopo la pubblicazione del decreto di indizione dei comizi elettorali, deve limitarsi ad adottare gli atti urgenti ed improrogabili. Il sindaco avrebbe dovuto astenersi dal convocare la seduta, in quanto largomento allordine del giorno non è certamente qualificabile urgente ed improrogabile». Segue ammonimento: «Con riferimento anche a precedenti iniziative, segnalate dalla minoranza consiliare e dal candidato sindaco Paolo Gregori che hanno suscitato molte perplessità, si richiama la particolare attenzione del sindaco sul rigoroso rispetto dellarticolo 9 della legge n. 28 del 2000». E cioè quello secondo il quale «dalla data di indizione delle elezioni alla conclusione delle operazioni di voto è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per lefficace assolvimento delle proprie funzioni».
«Il parere del prefetto è contestabile» si è difeso ieri Galante. In verità, trattasi di stabilire che cosa sia indispensabile e che cosa no. Come che sia, Santoro ricorda a Galante che secondo una recente circolare del ministero dellInterno «i candidati alle elezioni amministrative possono compiere attività elettorale esclusivamente al di fuori dellesercizio delle proprie funzioni istituzionali, sempre che al fine non vengano utilizzati mezzi, risorse, personale e strutture assegnati al comune per lo svolgimento delle sue competenze». Pena lipotesi di danno erariale. E la Corte dei Conti, annuncia Morgillo, sta già valutando le iniziative da adottare.
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