Roma

Brunello: «Bach? È moderno come un i-pod»

Con Shuffle Bach, un progetto musicale in quattro serate del Romaeuropa Festival in collaborazione con Santa Cecilia, Mario Brunello, violoncellista di fama, raggiunge una ulteriore tappa nel cammino di ricerca e svecchiamento della vita musicale, cui sembra votato da sempre. Al Palladium, in quattro sere (oggi, il 9, 13 e 16 ottobre, ore 20.30), presenta i sei Concerti Brandeburghesi di Bach alternati ad autori contemporanei, da Charles Ives a Philip Glass, da Schnittke a Giya Kanceli, da Geoge Crumb a Giovanni Sollima.
«Autori di ieri e di oggi - spiega Brunello - compaiono spesso gli uni accanto agli altri nella programmazione concertistica. Solo che qui la presenza dei contemporanei è massiccia e l’alternanza è rigida: Bach (Primo Brandebughese), Kancheli (Morning Prayers). Pausa. Bach (Secondo Brandeburghese), Ives (The Unanswered Question), questa sera; e, allo stesso modo, per le due sere successive. Solo il programma per la quarta sera manca. Lo deciderà il pubblico, dichiarando le sue preferenze nelle prime tre serate».
È in grado di prevedere cosa sceglierà il pubblico?
«No. Posso dire che quando ho fatto un esperimento simile a questo, alcuni anni fa, all’università di Padova, il pubblico ha scelto solo autori contemporanei».
Il confronto comunque non potrà nuocere a Bach, anche perché fra i compositori contemporanei, ha scelto quelli appartenenti all’avanguardia non estrema.
«La ragione di tale scelta è dettata dalla presenza massiccia di autori contemporanei; perciò in questo primo esperimento romano, ho preferito sceglierne fra quelli maggiormente comunicativi. Mi è sembrato opportuno avviare in modo soft il dialogo con un pubblico nuovo».


Cosa vuol dire quel curioso titolo «Shuffle Bach»?
«Il termine shuffle, l’ho preso dal linguaggio giovanile e si riferisce a un procedimento attraverso il quale l’i-Pod ripropone i brani registrati in maniera casuale.

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