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Brunetta: "Sui giudici Costituzione aggirata"

Il ministro: "Con la Carta si impedisce ai magistrati di iscriversi ai partiti ma poi il Parlamento è pieno di magistrati che si mettono in aspettativa e a fine mandato tornano a fare i magistrati"

Brunetta: "Sui giudici 
Costituzione aggirata"

Roma - Ci sono parti della Costituzione "mai attuate", come quelle sui sindacati e sui partiti, e parti "che vengono aggirate", come quelle sulla magistratura. Lo ha detto il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta parlando ai microfoni di Rtl. Con la Costituzione "si impedisce ai magistrati di iscriversi ai partiti - ha sottolineato Brunetta - ma poi il Parlamento è pieno di magistrati che si mettono in aspettativa e che a fine mandato tornano a fare i magistrati, quindi aggirando la Costituzione. Con quale spirito io mi faccio giudicare da un magistrato che è stato portatore di un'idea politica esplicita in Parlamento?". Si tratta dunque di "articoli della Costituzione aggirati", ha insistito Brunetta, come anche "disattesi" sono quelli sui sindacati e sui partiti che prevedono "una forma giuridica e la controllabilita dei bilanci".

Modifiche alla Carta Riguardo alla prima parte della Costituzione e in particolare all'articolo 1, "non ho detto che va cancellato ma se la Costituzione va modificata bisogna farlo in tutte le sue parti. Finora si è tentato di modificare solo la seconda parte e si è quasi sempre fallito forse perché, è una mia opinione, si è cercato di cambiare solo una parte". Sulla prima parte che riguarda i grandi valori, a parte l'articolo 1, che "é un compromesso all'italiana e non significa assolutamente nulla", il ministro Brunetta evidenzia che "manca l'Europa, quando l'Italia invece vive immersa nell'Europa, e non ci sono concetti fondamentali come il mercato, la concorrenza, la trasparenza, il merito".

"Ipocrisia sovietica..." Il ministro, in Italia "c'é ancora molta ipocrisia sovietica, l'Italia non ha fatto il salto evolutivo verso una democrazia completa e quando vede a rischio capisaldi compromissori reagisce nella maniera che abbiamo visto". Comunque "si lasci pure la prima parte, se non è il momento, e per la seconda parte - ha proseguito Brunetta - si riparte dalla bozza Violante. Cerchiamo un minimo comune denominatore ma in maniera onesta e culturalmente aperta perché nella vita politica non devono esistere totem né tabù".

La distribuzione fiscale è "fortemente iniqua ma incastrata dai debiti fatti in passato e dal deficit che incombe", ha poi spiegato Brunetta. "In Italia chi paga le tasse ne paga troppe e per loro la pressione fiscale è insopportabile. C'é però chi non le paga del tutto o che riesce ad evadere o eludere. Il risultato - ha rilevato in ministro - è che la media della pressione fiscale è molto alta. Una riforma deve avere come obiettivo quello di abbassare le tasse a chi ne paga troppe e farle pagare chi non le paga. Ma nella fase di transizione, mentre è facile abbassare le tasse a chi le paga è però difficile farle pagare a chi non le paga e il risultato è un aumento del deficit che non possiamo permetterci perché il debito è alto. La situazione è incastrata, appena ti muovi il sistema salta". Brunetta ha sottolineato che gli squilibri fiscali sono "purtroppo il compromesso sociale su cui è fondata la repubblica italiana, un compromesso iniquo, balordo, che è la costituzione materiale su cui è basata l'Italia. Questo è il tema dei temi perché vuol dire lavoro, welfare, infrastrutture.

Se mancano all'appello 100-120 miliardi di euro di gettito vuol dire che potremmo avere le migliori scuole del mondo, le migliori infrastrutture, la migliore rete telematica, i migliori ammortizzatori sociali del mondo. Sarebbe un'Italia diversa e migliore". 

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