Bruxelles mette Edf alla sbarra: «Abuso di posizione dominante»

ParigiL’Europa bacchetta la Francia sulle sue dita elettriche e sulle sue persistenti tentazioni monopolistiche. L’inchiesta per violazione delle norme comunitarie in materia di libera concorrenza, aperta nel luglio 2007 da Bruxelles a carico di Electricité de France (Edf), ha portato all’apertura ufficiale di una procedura d’infrazione. L’Antitrust Ue spiega che gli obblighi di acquisto esclusivo a lungo termine e il divieto di rivendita dell’elettricità, previsto da alcuni importanti contratti industriali di Edf, possono aver violato l’articolo 82 del Trattato Ue contro gli abusi di posizione dominante sul mercato. Adesso il dossier farà il suo corso fino alle possibili sanzioni a carico di Edf, gruppo controllato dallo Stato francese e accusato di operare in modo sleale allo scopo di impedire ai concorrenti di mettere radici sul mercato transalpino dell’energia elettrica e della sua distribuzione. L’accusa è grave e le sanzioni possono rivelarsi tutt’altro che simboliche.
Lo scenario descritto dalla Commissione è quello secondo cui Edf avrebbe il vizietto di mettere i propri clienti industriali in uno stato di sostanziale impossibilità di rivolgersi ad altri fornitori. Sempre stando alle fonti della Commissione, si apprende che Edf avrebbe (il condizionale è d’obbligo perché non si è ancora allo stadio definitivo della condanna) reso difficile «l’ingresso e l’espansione» dei suoi potenziali concorrenti sul mercato francese dell’elettricità, riducendo così l’efficacia delle scelte compiute dall’Unione europea in tema di libera concorrenza. Edf avrebbe fatto ricorso, tra l’altro, a clausole restrittive nei contratti firmati con alcuni grandi utilizzatori industriali di energia elettrica in Francia. Clausole che sarebbero divenute una sorta di «guinzaglio» per legare quei gruppi industriali a Edf. Ciò sarebbe avvenuto proprio mentre la medesima Edf sfrutta ogni possibile spazio aperto sugli altri mercati europei dalle attuali norme comunitarie in materia di concorrenza. La logica di Edf sarebbe, insomma, quella di operare nel senso del protezionismo sul mercato interno, su cui gode di evidenti vantaggi, per lanciarsi al tempo stesso a capofitto su quelli degli altri Paesi dell’Ue. Un sistema di «due pesi e due misure» che Bruxelles sembra decisa a censurare, malgrado i possibili interventi politici del presidente Nicolas Sarkozy a favore del gigante elettrico francese. Adesso la parola passa a Edf, che può inviare una risposta scritta per contestare le pesanti accuse o che può sollecitare l’audizione a Bruxelles dei suoi massimi responsabili.
La partita è insomma ancora aperta, anche se la posizione del gruppo energetico transalpino si è fatta da ieri scomoda. Edf è in pratica sul banco degli imputati in ambito europeo.

«L’invio della cosiddetta dichiarazione degli addebiti - precisano fonti di Bruxelles - non pregiudica l’esito finale della procedura». L’ultima parola, infatti, spetta al commissario alla Concorrenza, Neelie Kroes, e al collegio dell’esecutivo Ue.

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