Riunione un po' carbonara - visto che si è evitato di pubblicizzarla - ma alla fine anche a Strasburgo è nato il Pdl. O, meglio, un «patto di consultazione» tra eletti in Fi e in An (21+8, dato che Musumeci eletto con Fini ha scelto di aderire alla Destra di Storace) per cui da ora a fine legislatura (maggio 2009) si terranno riunioni congiunte e si voterà nello stesso modo anche se gli uomini di Berlusconi fanno parte del Ppe e quelli di Fini sono co-fondatori della Uen.
Obiettivo dichiarato: spingere la riforma della legge elettorale europea con clausola di sbarramento al 5% («Altrimenti serve a poco», puntualizza il capogruppo azzurro Stefano Zappalà) e magari una lista bloccata che riporti tutti e 29, ma anche qualcuno in più se fosse realizzata lasticella, sulle rive del Reno. Difficile, ma non impossibile: sottotraccia Quagliariello e Soro stanno lavorando per trovare unintesa Pdl-Pd che elimini i rischi che i «resti» finiscano a micropartiti e danneggino il bipolarismo. Ma la novità vera sta nel fatto che sembrano caduti gli ostracismi di qualche mese fa (specie dal presidente del partito, il belga Mertens) allinserimento degli ex-An nel Ppe. Un po' hanno reso gli interventi di dura condanna di Fini sulle leggi razziali. Un po' gli eccellenti rapporti che sempre Fini, ma anche la capogruppo europea Cristiana Muscardini (nella foto), hanno ormai con i vertici del Ppe.
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