Mario Camicia
Negli Stati Uniti, sullimpeccabile spettacolare percorso del Muirfield Village, si è vissuta una edizione indimenticabile del Memorial Tournament, torneo organizzato da Jack Nicklaus sul percorso che lorso doro considera il «suo» gioiello più prezioso. Indimenticabile non solo per il gioco espresso dai contendenti al titolo ma anche perché è stata loccasione delladdio ufficiale ai tornei americani del grande campione.
Questa trentesima edizione del Memorial ha fatto registrare una lotta serrata fin sullultimo green per aggiudicarsi il prestigioso titolo e i 990mila dollari della prima moneta. Dopo 54 buche quattro giocatori erano appaiati al comando - Toms, Couples, Bryant e Sluman - ma altri dieci, tra i quali Tiger Woods erano allinseguimento e racchiusi in quattro colpi di distacco dai leader. Nelle ultime nove buche dei quattro capofila solo Couples ed il quarantaduenne texano Bryant mantenevano un ritmo incalzante e Couples dava limpressione di poter tornare a vincere dopo cinque anni il torneo di Jack Nicklaus. Tiger ce la metteva tutta per una delle sue rimonte folgoranti ma il putt lo beffava in più di unoccasione e alla fine doveva accontentarsi del terzo posto pari merito con Toms e Van Pelt. Couples, in testa a tre buche dal termine, perdeva un colpo alla 16 e poi mancava il birdie alla successiva, mentre un gelido Bryant, pur mandando palla in acqua alla 18, recuperava un incredibile par per la sua seconda vittoria in carriera dopo quella nel Texas Open dello scorso anno.
Di certo è stato, questultimo, il miglior fine settimana da lunga data per il golf professionistico italiano. Allexploit delle nostre ragazze al Parco dei Medici a Roma, ha fatto riscontro un grande Alessandro Tadini al Celtic Manor, nellOpen del Galles. Il trentunenne di Borgomanero, in forza al Golf Club di Bogogno, è andato ad un passo dal successo e solo un paio di errori nelle ultime nove buche lo hanno mandato in panne nel momento cruciale. Nulla da recriminare, il quinto posto è più che un viatico per il giovane pro italiano anche se resta lamaro in bocca per essere stato al comando dal termine del secondo giro chiuso alla grande in 62 colpi, fino alla sessantatreesima buca del torneo. Alle sue spalle prima e al fianco poi, al giro di boa, Tadini aveva un giocatore del talento e dellesperienza di Miguel Angel Jimenez e quando il campione di Malaga - sulle ultime nove buche - ha inserito il turbo non ce nè stato più per nessuno. Ventinove colpi sulle seconde nove buche avrebbero frastornato chiunque e lo spagnolo in giornata di grazia, chiudendo in 62 colpi, ha lasciato a quattro lunghezze il connazionale José Manuel Lara ed un esplosivo Martin Erlandsson che girava in 63 colpi risalendo la piazza donore davanti al francese Lucquin.
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