«È bufera da subprime ma Pitagora avanza»

«I mercati finanziari per uscire dalla crisi impiegheranno 16-18 mesi. In Italia l’impatto è stato marginale ma è cambiata la mentalità»: l’amministratore delegato di Pitagora, Massimo Sanson analizza le conseguenze dei subprime sul credito al consumo. Alcuni gruppi «stanno facendo pulizie di bilancio», ma Sanson sottolinea come Pitagora, società partecipata da Bpm e specializzata nella cessione del quinto dello stipendio, stia andando «controcorrente. Al momento l’espansione è per linee interne ma, completata la copertura del territorio, ci guarderemo intorno». Il primo obiettivo è aumentare le sinergie bancarie: «Ci sono trattative in corso, credo che troveremo altri 2-3 partner», aggiunge l’ad di Pitagora senza tuttavia sbilanciarsi se ci saranno anche altri ingressi nel capitale. Ad oggi il gruppo è controllato dal fondo Wisequity II (52%) mentre Bpm e Sanson hanno il 24% a testa.
Il credito al consumo come può aiutare i risparmiatori?
«L’utilizzo deve essere mirato. I clienti che non rispettano un debito bancario rischiano di entrare in un imbuto, la cessione del quinto dello stipendio può essere una soluzione. Il settore del credito al consumo nei paesi anglosassoni ha dimensioni inarrivabili ma credo che in pochi anni colmeremo la distanza con Francia e Spagna».
Eppure l’industria accusa a volte problemi di trasparenza...
«Il settore impiega 30mila persone ma non esiste un albo. Il mondo dei mediatori creditizi andrebbe regolamentato. Pitagora per esempio è presente sul mercato con il proprio marchio».
Cosa cambierà con l’integrazione tra Compass e Linea?
«È mutato il mercato, la pressione della concorrenza e il costo del denaro hanno compresso gli spread rendendo indispensabili le economie di scala: per esempio nel settore della cessione del quinto, una realtà sotto i 50 milioni non sta in piedi e in quello dell’auto i margini sono ancora più risicati».
Come vanno i conti di Pitagora?
«Malgrado il mercato stantio, manteniamo un tasso di crescita del 20% e siamo in linea con il budget.

A fine anno contiamo di centrare l’obiettivo di 210 milioni di fatturato, anche grazie alle sinergie bancarie. Attualmente lavoriamo con Bpm e Cr. Asti; abbiamo, inoltre, accordi di collaborazione con i Maramotti e la ex Clarima di Unicredit».
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