Buffon dal Pm: «È vero, scommettevo»

A Torino è indagato per partecipazione a scommesse non autorizzate. Ma ora il pericolo è a Parma, dove si ipotizza anche l’associazione per delinquere

Alessandro Parini

da Torino

Niente allenamento. Meglio andare in Procura. Così, ieri mattina, Gigi Buffon si è recato al PalaGiustizia di corso Vittorio Emanuele, a Torino, accompagnato dall'avvocato Luigi Chiappero - lo stesso che ha difeso il dottor Riccardo Agricola nel processo per abuso e somministrazione di farmaci - per essere ascoltato dal procuratore Marcello Maddalena e dal pubblico ministero Giancarlo Avenati Bassi sulla vicenda delle scommesse. «È vero: ho fatto scommesse, ma solo dove si poteva fare, non su partite del campionato italiano e non sulla Juve - è stata la linea difensiva del giocatore-. Dall'autunno 2005 ho smesso, perché era vietato». Buffon ha così puntualizzato di aver giocato soltanto sulle gare consentite, quelle su cui si può scommettere tramite i siti Internet: ovvero sul calcio straniero e su altre discipline quali il tennis e l'ippica. Dall'autunno 2005, da quando cioè è entrata in vigore la normativa che vieta ai calciatori qualunque tipo di scommesse, Buffon ha sostenuto di non aver più puntato su alcun tipo di manifestazione.
A Torino, il portiere bianconero risulta indagato non per associazione a delinquere, ma per la violazione dell'articolo 4 della legge 401 del 1989 che punisce «chi partecipa a scommesse senza essere autorizzato». La punizione prevista in tal caso è una «contravvenzione». Dall'interrogatorio è anche emerso che Buffon aveva una username e una password per effettuare le scommesse direttamente con il proprio computer: il denaro per le giocate era stato accreditato su più siti specializzati da un amico di Parma, al fine di evitare che il nome del giocatore comparisse direttamente.
«Buffon ha chiarito i suoi rapporti con le altre persone coinvolte nell'inchiesta e ha risposto a tutte le domande. Il giocatore confida che i necessari approfondimenti che la Procura intenderà adottare portino a una conclusione a lui favorevole dell'intera vicenda. Non rischia assolutamente i Mondiali», si è affettato a dichiarare l'avvocato Chiappero. Il che è ancora da vedere, nonostante le rassicurazioni arrivate al giocatore sia dal ct Lippi che dal vice-presidente federale Abete: Buffon sarà inserito nella lista dei 23, ma il quarto portiere Amelia dovrà ritenersi in pre-allarme fino all'ultimo. Se è vero infatti che la Procura di Torino ha preso atto della deposizione del giocatore e dovrà ora verificare se le puntate effettuate e le date indicate dallo stesso Buffon coincidono, resta da stabilire la gravità di quanto potrebbe emergere dalla Procura di Parma. Lì, l'estremo difensore bianconero, insieme agli altri ex juventini Iuliano, Chimenti e Maresca, avrebbe fatto grosse puntate con broker emiliani non autorizzati, scoperte attraverso le analisi dei movimenti bancari. E l'ipotesi di reato è quella di associazione a delinquere: i pubblici ministeri della procura di Parma stanno passando al setaccio tutta una serie di bonifici, telefonate e sms intercorsi tra lo stesso Buffon e Alessandro Brignoli, suo vecchio amico che, finanziato da alcuni giocatori, avrebbe trasferito i soldi ad alcuni complici i quali avrebbero a loro volta giocato. A quanto pare, gli accrediti delle somme (sempre superiori a 10.000 euro: ma c'è chi dice anche dieci volte tanto) erano tutti targati Torino: il nocciolo della questione è appurare se le scommesse fossero esclusivamente relative a partite di campionati esteri o anche a gare del campionato italiano o addirittura a incontri di Champions League disputati dalla Juventus. In tal caso, violando il primo comma dell'articolo 5 del Codice di Giustizia Sportiva, Buffon subirebbe una squalifica non inferiore ai 18 mesi. Se poi si prefigurasse il reato di illecito sportivo, allora lo stop sarebbe di almeno tre anni.
Insomma: fatto salvo quello che emergerà dalla Procura di Torino, il futuro immediato di Buffon resta appeso a un filo e a quello che salterà fuori dall'inchiesta parmense. Di sicuro, i tempi sono stretti visti i Mondiali alle porte: «Ci voglio andare, sono pulito e non ho fatto nulla di male», ha sibilato il portiere. Vittima di un vizio, ben che vada. Come minimo ingenuo. Se poi salterà fuori qualcosa di peggio, sarà l'ennesimo colpo alla credibilità del sistema.

Per Buffon, in ogni caso, si tratta di una stagione disgraziata (tanti i contrattempi: dall'infortunio alla spalla ai problemi a una caviglia) e di un ulteriore scivolone personale dopo la vicenda del falso diploma da ragioniere e della maglia con il numero 88 (la sigla nazista per «Heil Hitler») indossata a Parma che gli costò l'accusa di essere filo-fascista.

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