Buffon si rimette le ali ma non para un rigore «Torno quando mi sento» Gioca 45 minuti, impegnato solo dal dischetto «Il rientro non sarà una corsa contro il tempo»

Tre mesi dopo l'ultima volta, Gigi Buffon è tornato a difendere la porta la Juventus: lo ha fatto a Messina, in occasione dell'amichevole che i bianconeri hanno perso contro i francesi del Monaco (5-4 dopo i calci di rigore) che ha rappresentato l'esordio bianconero nel 2009. Domenica toccherà al Siena sbarcare all'Olimpico di Torino e saggiare le condizioni di Del Piero e compagni, ma intanto ieri Ranieri ha ricevuto discrete notizie dal suo numero uno: Buffon, solita fascia nera in testa a proteggerlo dal freddo che in realtà non era così ficcante, è rimasto in campo come previsto nel solo primo tempo lasciando poi il posto a Manninger. Non è stato chiamato a grandi interventi.
Il portierone ha giocato la palla quando gli è toccato, scattando su un'uscita per andare a chiudere su Adu - statunitense di origine ghanese qualche anno fa pomposamente definito il nuovo Pelè - e rimanendo inoperoso per gran parte del tempo in cui è rimasto in campo. Pur non effettuando una sola parata degna di nota, gli è toccato però raccogliere un pallone dentro la rete una decina di minuti prima di metà gara: quando Legrottaglie ha steso Adu in mezzo all'area, il croato Leko lo ha spiazzato dal dischetto del rigore non facendosi impietosire dal ritorno in campo del numero uno bianconero. Che poi è rimasto negli spogliatoi confermando che domenica la porta bianconera sarà difesa ancora da Manninger.
Buffon tornerà tra i pali in una gara ufficiale mercoledì 14, nell'impegno casalingo di coppa Italia contro il Catania. L’interessato conferma i tempi più lunghi: «Il mio rientro non è una gara contro il tempo, lavoro con la squadra soltanto da pochi giorni e tornerò in una partita vera solo quando mi sentirò bene». Considerato il buon rendimento offerto finora da Manninger e la ricaduta di inizio ottobre, costata a Buffon la lunga assenza dai campi di gioco, inutile forzare i tempi. Del resto la Juve, seconda in classifica, ha potuto finora contare su sole quattro presenze da titolare del portierone: fermatosi una prima volta a Cagliari (terza giornata di campionato, 21 settembre), SuperGigi era tornato in campo contro il Palermo (5 ottobre). Alla fine del match perso contro i siciliani, la sensazione che non tutto filasse per il verso giusto. Quindi, la diagnosi: lesione muscolare di secondo grado dell'adduttore lungo della coscia destra. Inizialmente si pensava potesse rientrare per fine novembre-inizio dicembre: poi, l'addio alle speranze di rivederlo in campo prima della fine del 2008. «La Juve è andata bene anche senza di me: sono importante, non insostituibile», è stato il pensiero espresso più volte dal numero uno bianconero. Dedicatosi intanto a fare il papà a tempo pieno. Nel frattempo, non sono mancate le solite voci di mercato: si è detto che il Manchester City sarebbe pronto a tutto per convincerlo ad attraversare la Manica, persino a versargli un ingaggio da 13 milioni l'anno. Alla Juve hanno fatto spallucce e Silvano Martina, procuratore del giocatore, ha definito invenzioni le voci. "Fantacalcio", ha chiosato lo stesso numero uno.
Se Buffon si è goduto il primo tempo, nella ripresa hanno rivisto il campo altri reduci da lunghi stop: Poulsen e Zanetti su tutti. Il danese aveva salutato la compagnia a Napoli, il 18 ottobre, per il solito malanno muscolare, l'ex interista aveva respirato l'aria della panchina una decina di giorni prima della sosta natalizia, dopo essersi fermato addirittura in estate.


Hanno entrambi lanciato segnali di vita (molto meglio Zanetti) al pari di Giovinco che ha colpito un palo su punizione dopo che, sempre da fermo, nel primo tempo Del Piero aveva sfiorato il gol. Alla fine il trofeo Città di Messina se lo è aggiudicato il Monaco che, dopo il pari di Iaquinta nei secondi finali, ha prevalso dal dischetto.

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