Gli auguri multietnici sono durati una decina di giorni. Abbastanza per scatenare lultima - forse - polemica del Natale 2010. Dopo lalbero griffato Tiffany e la torre di luce in piazza Duomo, ieri ad accendere le proteste di sinistra, Pd e sindacati sono state le luminarie di via Padova, teatro dei violenti scontri tra immigrati lo scorso febbraio. Nel mirino anche questa volta lassessore allArredo urbano Maurizio Cadeo, regista del festival Led. Le luci natalizie su via Padova erano composte da una fila di cuori rossi con scritto buone feste in tutte le lingue del mondo parlare nel quartiere, dallarabo al cinese allo spagnolo, inglese, russo. Ma ieri la denuncia della cooperativa Oltre che lavora per lintegrazione nella zona ha puntato il faro: «Le scritte sono state rimosse, è rimasta solo quella in italiano». Insorge il Pd milanese: «Milano non è Adro, la logica della paura va sconfitta con il dialogo. Vogliamo auguri multietnici in tutta la città, a partire dalla facciata di Palazzo Marino, o ci penseremo noi». Rifondazione bolla la rimozione come «un atto di idiozia». Don Colmegna ironizza: «Ora ci manca solo che mettano gli auguri in dialetto». E si fa sentire la Cisl: «Adesso vieteranno anche il Merry Christmas?».
Cadeo difende la scelta, nata - spiega - per spostare le scritte in viale Forlanini come benvenuto a chi arriva da Linate: ma dopo le proteste «dico che ho fatto proprio bene, lì si prestavano a strumentalizzazioni e a creare ghetti.
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