Il buonismo rovinerà Genova come ha rovinato Padova

Caro Massimiliano, notizia fresca prettamente genovese e che almeno nelle file di centro destra produce per assurdo un tale orgoglio di fare parte di una città che non aiuta e difende i bisognosi ma coloro i quali possono portare voti - vale a dire, extra-comunitari e centri sociali (questi servono alla sinistra in caso di manifestazioni) - è quella di regolarizzare detti centri sociali.
Fortunatamente Il Giornale si è subito adoperato con il bravissimo Diego Pistacchi per ragguagliarci in merito e per rendere noto di tale situazione incancrenita all'intera popolazione.
A Genova i centri sociali ufficiali sono quattro, ma pare ne stiamo sorgendo come funghi anche di minori nel centro storico. Sembra poi che Genova sarà l'unica città d'Italia a «vantare» una vera e propria associazione dei centri sociali pur senza essere presentato da parte del Comune uno straccio di progetto che illustri lo scopo dell'iniziativa, le location che verranno occupate, l'eventuale restauro dei Palazzi per lo più antichi e prestigioso (come quello di Via Bertani ora occupato dal Buridda ridotto in uno stato di fatiscenza tale da allontanare chiunque) e se davvero si utilizzasse il Mercato del Pesce zona Porto Antico questo sarebbe occupato in toto dall'insieme dei centri sociali raggruppati o se conterrebbe soltanto uno di questi centri.
Per il momento mi sembra che notizie certe non ve ne siano e questo fa presupporre come la città sia in mano alla sinistra che si permette di manovrare anche in sordina pur di riuscire nel suo intento. Genova sarà l'unica città d'Italia ad avere il primato dei centri sociali ufficializzati, ma mi ricorda molto la situazione di Padova, una città rovinata da giunte di sinistra «buoniste» e solidali con le minoranze e ridotta a perenni ghetti. Sì perché permettere agli extra-comunitari di costruire una kasbah in una delle zone più turistiche di Genova, quella del Porto Antico e della Marina e di riunire nulla facenti e nulla tenenti centri sociali composti per lo più da no global significa niente meno che ghettizzare tali aree e tali persone.
Il problema allora sta a monte: occorrono norme e regole precise che riescano ad arginare e selezionare tale parte della popolazione e tali fenomeni in crescita. Senza contare che, come ci ricorda Pistacchi, ci sarebbero «tante associazioni ben più meritorie come quelle dell'arma» ma anche come quelle delle varie Croci (l'esempio lampante è dato dalla Croce Blu di Castelletto che ha battagliato per anni per trovare una modesta collocazione all'interno di Villa Gruber).
Se questo è l'orgoglio genovese, il desiderio sarebbe quello di scappare da tale città.

Ma noi decidiamo di restare con le nostre famiglie perché la amiamo e la vogliamo proteggere dalle insidie della sinistra.
Le forze di centro destra insieme con la Lega si devono organizzare a dovere per il nostro bene.

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