Oggi alle 10,30 al teatro Capranica, in piazza Capranica, La Destra di Francesco Storace presenta ufficialmente la candidatura di Teodoro Buontempo alla presidenza della Provincia di Roma. Una candidatura che La Destra propone all'intera Cdl «per dare un segnale di forte svolta allelettorato», come si legge sui manifesti affissi per Roma.
Buontempo, presidente della Destra e deputato da cinque legislature, perché affronta questa avventura elettorale, dopo anni di silenzio?
«Il mio slogan è: un politico affidabile per una Provincia protagonista. Due i motivi del mio ritorno. Primo, La Destra contesta il metodo da prima Repubblica usato finora per cercare il candidato. Secondo, noi riteniamo fondamentale vincere questa campagna elettorale. Conquistare Palazzo Valentini significa partire col piede giusto in vista delle prossime scadenze elettorali».
E Buontempo che tipo di candidato sarà?
«Un uomo con una forte esperienza amministrativa di consigliere comunale di Roma, noto a tutti per il suo impegno nella città e nellhinterland. Perché la Cdl deve inventarsi dei candidati che conoscono Roma solo dallaeroporto di Fiumicino a Montecitorio? Ci sono io».
Si aspetta sul serio che la Cdl appoggi la sua candidatura?
«Allora facciamo le primarie. Basta che siano aperte al voto dei cittadini».
Dica la verità, Buontempo, ma è ancora possibile un accordo locale?
«Beh, a dire il vero il presidente romano di An, Gianni Alemanno, giorni fa ha fatto una dichiarazione a dir poco aberrante: non possiamo più candidare Ciocchetti, ha detto Alemanno, altrimenti La Destra prenderebbe troppi voti, serve un candidato più a destra. Insomma, vogliono un candidato non per vincere, ma per garantire i loro consensi elettorali; è stata una brutta pagina di politica».
Daltra parte, pare proprio che la decisione finale verrà presa a livello nazionale da Berlusconi, Fini e Casini...
«Bene, aspettiamo. Se trovano un personaggio credibile, noi ci stiamo. Altrimenti io sono in grado di candidarmi da solo. Se nel centrodestra ci sono due candidature, chi arriva al secondo posto appoggia il primo. Di sicuro la Provincia ha bisogno di un riscatto dopo gli anni bui di Gasbarra».
Perché parla di anni bui?
«La Provincia è diventata un ente di promozione per attività di spettacolo e divertimenti, con contributi a fondo perduto non per promuovere turismo, ma per accontentare clientele politiche. La Provincia non ha avviato nessun progetto di sviluppo economico e di tutela ambientale per quanto riguarda i Castelli romani, dove ci sono ogni giorno edificazioni abusive».
A proposito di Castelli, ma che fine ha fatto la Metro leggera che doveva portare da Roma a Frascati, lanciata da Storace?
«Defunta. Lo stesso è successo per il Ponte sulla Scafa verso Ostia, senza cui la strada per andare da Fiumicino a Ostia è diventata un inferno.
Per qualcuno, però, la Provincia è un ente inutile...
«Così comè, hanno ragione. Bisogna che la Provincia di Roma esca dalla sudditanza verso il Comune e la Regione».
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