(..) Ancora non è certo. Di certo cè che il malumore in seno al partito di Di Pietro è fortissimo e le parole scritte nero su bianco pesano come macigni sul futuro dell'alleanza. «Se il Presidente Burlando pensa di metterci in un angolo si sbaglia- spiegano in una nota congiunta i consiglieri regionali Idv e il deputato-coordinatore Giovanni Paladini - Noi continueremo la nostra azione per inserire in calendario la previsione di tagliare i costi della politica». Resta da capire come e non è solo una questione formale. Scenario uno: Capurro, Chiesa e l'Italia dei Valori presentano un emendamento chiedendo il taglio degli assessori esterni. E Burlando, come promesso, rassegna le dimissioni. Scenario due: «Gli arrabbiati» presentano un ordine del giorno in cui chiedono a Burlando l'impegno di affrontare il tema dei costi della politica in maniera seria e concreta. E la giunta va avanti, Burlando «vince» e l'Italia dei Valori rischia di passare per chi si accontenta di un tozzo di pane.
Ma la questione è più complessa e spinosa. «Il taglio degli assessori è solo il topolino, non certo la montagna», spiega Niccolò Scialfa, capogruppo Idv in regione, in qualità di portavoce nazionale. Qual è la montagna? In primo luogo gli equilibri all'interno della maggioranza. L'Italia dei Valori rivendica una considerazione differente da parte del presidente, troppo spesso autoritario e monocratico nell'assumere decisioni. «IdV è un partito che ha pari dignità del Pd e degli altri partiti della coalizione. Vogliamo che venga rispettato il gioco democratico senza minacciosi avvisi di chiusura della "ditta"», recita non a caso il comunicato. Ma cè dell'altro. Il timore dei dipietristi è che la Liguria venga utilizzata come laboratorio nazionale di una grande alleanza composta da Pd e dissidenti del Pdl che taglierebbe fuori proprio l'Italia dei valori. Scialfa conferma: «se Burlando vuole cambiare maggioranza o se vuole far cadere la giunta, la responsabilità è sua». Ma l'ipotesi di grande alleanza alla tedesca, viene smentita da Luigi Morgillo, Pdl, e vice presidente del consiglio regionale: «Stiamo a vedere come andrà a finire, ma si scordino qualsiasi tipo di aiutino, formale o sottobanco, da parte nostra e, presumo, anche da tutta l'opposizione». E allora cosa accadrà? Di Pietro è sul piede di guerra, ma intanto questa mattina verrà messo in votazione il bilancio e non è escluso che passi da subito, anche grazie ai voti garantiti dall'Idv. «Noi votiamo il bilancio - conferma Scialfa - segnale evidente che non vogliamo far cadere la giunta». Ma rimane forte il malumore e la richiesta di misure concrete. «Vogliamo rispetto e partecipazione. Non abbiamo nulla da temere perché crediamo in ciò che facciamo anche se questo comportamento può a volte essere urticante e poco gradito agli alleati», scrivono nel comunicato. Ovvero: non si vuole far cadere la giunta ma nemmeno calarsi le braghe e accettare come nulla fosse il diktat di Burlando.
E mentre Capurro conferma la volontà di andare avanti con la proposta di taglio anche se frena e dice «adelante ma con giudizio», la palla passa ufficialmente nelle mani di Burlando che dovrà pensare a come disinnescare la «bomba» Italia dei Valori.
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