Il caldo ha concesso una tregua. Ma sugli autobus tutto funziona come prima, a partire dallaria condizionata. Tanto bene alla salute non fa, spesso è troppo «alta», eppure alcuni non riescono proprio farne a meno. Laria condizionata, fredda, freddissima, accoglie il povero, spesso accaldato cittadino che sale sul bus. E lì, a bordo del mezzo Amt, in particolar modo su quelli a lunga percorrenza tutti dotati di impianti di condizionamento, è guerra aperta tra gli utenti: c'è chi la vuole, eccome, e attraversa, non senza difficoltà, l'affollatissimo bus per raggiungere l'autista e chiedergli di abbassare ancora di qualche grado il termostato che controlla la temperatura. Gli altri, che nel frattempo rischiano un bel raffreddore, si affrettano ad aprire i piccoli finestrini per far entrare aria. Questa volta, quella naturale.
«È una discussione continua - dice un autista della linea 30-: chi la vuole, chi no. Ma è sempre molto difficile riuscire a soddisfare le esigenze di tutti». E spiega: «Sui mezzi acquistati di recente, come quelli della linea 18, l'impianto di condizionamento è nuovo e questo fa sì che la sensazione di freddo pungente sia più intensa a parità di temperatura».
Tra i posti a sedere e quelli in piedi, intanto, è via libera al mugugno. Che non si ferma al dibattito sullaria condizionata ma passa anche per la scarsa pulizia dei mezzi, fermandosi poi sulle lunghe attese alla fermata. «Non è mica più come una volta che la città si svuotava - racconta la signora Giuseppina che il 43, lei, l'ha aspettato per ben 45 minuti -. Oggi molte persone passano luglio e agosto qui, eppure sembra che, con la fine delle scuole, nessuno abbia più bisogno dei mezzi pubblici». «Ma anche per le manifestazioni si fanno trovare impreparati - interviene Mauro -. Durante la scorsa notte bianca, mia figlia è stata obbligata a prendere un taxi per tornare a casa: dalle due non c'era più un bus in circolazione». Dietro a loro, si leva il coro delle voci di chi ha aspettato venti minuti, chi quasi mezzora, il proprio «numero», in piedi sotto il sole. Sono gli stessi che il bus lo prenderanno tutta l'estate, a dispetto di un orario «estivo», appunto, che prevede corse ridotte del 10 per cento rispetto all'orario standard fino a domenica 16 settembre.
Alla presentazione dell'orario estivo, l'azienda aveva promesso minori tagli rispetto agli anni passati (nel 2006, in effetti, il servizio era stato ridotto del 12 per cento) con un rafforzamento sulle linee balneari - il 31, il 15 e l1 che costeggiano i litorali genovesi - che avrebbero mantenuto frequenze elevate. Eppure «chiudono le scuole e spariscono gli autobus?» continua ad essere la domanda che i passeggeri dell'Amt si rivolgono più spesso l'un l'altro. Ma è sufficiente fare un giro fra le fermate e i capolinea del centro, usare i mezzi pubblici sul quotidiano tragitto casa-lavoro, per rendersi conto che dalla fine delle lezioni, se non sono spariti, gli autobus si sono drasticamente ridotti.
Il 30 luglio, inoltre, è scattata la «fase due» dell'orario estivo, quella che prevede i tagli maggiori e durerà fino al 2 settembre. Un ulteriore giro di vite legato, secondo l'azienda, a una «minore richiesta da parte della clientela». Sarà, ma la clientela si lamenta, eccome.
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