LUnione Europea affila i coltelli. LAmerica cerca, invece, di mostrare un volto meno minaccioso. Mentre il responsabile della politica estera europea Javier Solana studia come punire le ambizioni nucleari dellIran, il presidente George W. Bush fa un passo indietro e smentisce tutte le indiscrezioni su un piano dattacco ai siti nucleari che, secondo un articolo del settimanale New Yorker, potrebbe contemplare anche luso di testate atomiche. Ma Teheran dimostra per ora completa indifferenza. Il presidente Mahmoud Ahmadinejad ripete infatti che lIran procederà sulla strada del nucleare «senza esitazioni» e «senza farsi intimidire dalle crescenti pressioni esterne perché quella è la strada della prosperità».
Dopo aver liquidato come «speculazioni selvagge» le rivelazioni del New Yorker, il presidente Bush ha ripetuto di voler affidare alla diplomazia la soluzione del problema iraniano e di non voler necessariamente ricorrere alla forza. «So che a Washington si confonde la prevenzione con luso della forza, ma in questo caso prevenire significa far uso della diplomazia», ha detto il presidente. I ministri degli Esteri europei riuniti in Lussemburgo esaminavano, intanto, le possibili sanzioni anti iraniane. A farne le spese per prime, secondo alcune indiscrezioni del Financial Times, saranno le aziende in rapporti daffari con la Repubblica Islamica costrette, probabilmente, a subire duri tagli sui crediti allexport. Una prospettiva particolarmente preoccupante per il nostro Paese visto che le aziende italiane vantano crediti per circa 4,8 miliardi di euro concentrati nel settore degli idrocarburi e della metallurgia. La bozza - messa a punto dallufficio di Javier Solana - contempla il blocco dei visti a tutti i funzionari iraniani coinvolti nei progetti nucleari e ulteriori controlli sulle cosiddette tecnologie a doppio uso, impiegabili cioè sia a scopi civili sia militari. LEuropa potrebbe anche imporre un formale embargo sugli armamenti, impedire laccesso di studenti o scienziati iraniani a settori collegati alle tecnologie nucleari e annunciare la fine di tutti i negoziati con Teheran.
Il documento già nelle mani dei ministri degli Esteri riuniti a Lussemburgo - prevede anche sostegni alla dissidenza interna, attraverso trasmissioni satellitari e appoggi a gruppi impegnati nella promozione dei diritti umani e della società civile.
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