Busi tribuno dell’Isola dopata

Ora il top dell'intelligenza nello show è Davide Di Porto, il Rambo di Trastevere. Avevano già stancato le battute sconce pronunciate per piacere al "pubblico sovrano"

Così Aldo Busi ci ha lasciato. No, non è morto, non hanno tentato di rilanciarlo dall’elicottero stavolta direttamente su uno scoglio, per fortuna no. Ha lasciato spontaneamente l’isola dei morti, l’isola dei famosiperniente, l’isola dei figli di papà, l’isola che neppure Jonathan Swift avrebbe immaginato e dalla quale Gulliver sarebbe morto di noia, l’isola degli ignoranti arroganti dove nel frattempo è sbarcata pure Ivana Trump, tanto per mettere altra carne al fuoco, un’altra famosa solo per aver sposato un miliardario famoso, quindi l’ideale, lì nel paradiso terrestre del nulla. Una che parla solo inglese in un posto dove il resto dei concorrenti non parlano neppure italiano. Dove però il massimo dell’espressività e dell’intelligenza analitica resta l’apparentemente inespressivo e bidimensionale Davide Di Porto, il Rambo di Trastevere, l’eroe dei due mondi, nemmeno Busi si è accorto di avere vicino un filosofo che supera Wittgenstein e Lacan. Nel suo linguaggio duro e concentrato è rappreso tutto quello che c’è da dire sull’isola e sulla televisione italiana, sia quando vince la nomination («Davide mi sentiii? Hai vinto su Loredana Lecciso, ti rendi conto, sei il primo non famoso a vincere su un famoso, hai capito?». «Ho capito»), sia quando si trova di fronte la Trump («Davide mi sentiii? Hai capito chi è Ivana Trump? Sei di fronte a una grandissima star del jet-set internazionale, hai capito?». «Ho capito»).

In ogni caso Busi se ne è andato e il resto non conta più, tana libera tutti. Benché ciascuno alla fine sia rimasto nella propria pelle, il culturista coatto nel culturista coatto, la modella sconosciuta nella modella sconosciuta, il tronista analfabeta nel tronista analfabeta, il giovane ingegnerino nel giovane ingegnerino, il figlio di papà nella sua maglietta da figlio di papà, e Busi in Busi, come da copione. Io, che lo amo e lo odio, ho avuto un brivido di gioia quando li ha mandati tutti affanculo, resta da capire se, quando è partito per il Nicaragua, credesse di trovarci William Shakespeare o Charles Darwin o Giacomo Leopardi e sia rimasto deluso da Claudia Galante o Federico Mastrostefano o Roberto Fiacchini, o se invece è stato davvero così sprovveduto o così narcisista o così masochista.

Comunque sia Busi se n’è andato e al momento giusto, perché le alternative erano due: o non se ne andava, e era finito, o se ne andava, e era finita l’isola. Io speravo da due settimane che rovesciasse il tavolo, mi ero stufato delle battutine sconce che ancora oggi piacciono tanto al «pubblico sovrano» («posso dirla?», prima di dirla, essendo lì pagati per dirla), finché finalmente Busi è scoppiato, denunciando l'ignoranza degli italiani, isolani, autori e telespettatori inclusi, e inclusa pure la conduttrice, e è stato un momento meraviglioso, non ne potevo più di vederlo genuflesso con chi conta, di vederlo sviolinare Simo di qua, Simo di là, Simo quanto sei bella, Simo faccela vedere, come se la Simo non c’entrasse niente con i nemici dichiarati di Busi. E come se fosse andato lì per cambiare l'Italia, come se poi il confessionale per le nomination dell’Isola dei famosi fosse un pulpito autorevole da cui fare discorsi profondi, lanciare messaggi e invettive, discutere di estetica, di etica o di politica.

Quindi se n’è andato, deluso e esploso come uno spumante aperto anzitempo con tutte le bollicine di tante tematiche inespresse, svaporate nell’etere: i congiuntivi, le adozioni, il Papa, l’omofobia, le tasse, il rispetto, la letteratura, perfino la forma e il contenuto spiegati al volo.

Subito dopo, come sempre in Italia, sono insorti tutti: il Vaticano, l’Udc, il Pdl, Masi, ma cosa avranno da insorgere? Perché Busi si è comportato da Busi e non da Don Mazzi? E sarà più diseducativo Busi o l’italiano parlato dai naufraghi senza pensieri? Oltretutto Busi l’aveva annunciato anche al Corriere della Sera, il 26 gennaio scorso: «Vado sull’Isola dei famosi a parlare di politica e religione», e quindi cosa c’è da stupirsi e da scandalizzarsi? La televisione italiana non sarà ugualmente offensiva rispetto ai valori cattolici? L’Isola dei famosi esprime valori cristiani? Almeno in Nicaragua festeggiano la dipartita dell’intruso, almeno per un giorno in Italia non si è parlato dei processi di Berlusconi, e io, nel mio piccolo, festeggio per altre ragioni: in fondo è una liberazione, non dovrò più guardare l’Isola, da ora in poi chissenefrega, senza Busi che due palle, perché come si legge proprio in Sodomie in corpo 11 «lo scrittore non è più desiderabile di un sacchetto della spesa una volta svuotato il sacchetto», figuriamoci gli altri che non hanno mai fatto la spesa. Insomma, comunque sia c’è poco da fare, e come direbbe il più grande filosofo italiano vivente di Trastevere: ho capito.

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