Una «Bussola» per il Gratosoglio: musica, sport e intercultura contro la dispersione scolastica

Laboratori di musica e teatro, discipline sportive e classi per l’integrazione dei bambini stranieri. Sono alcune delle attività del progetto per la legalità e contro la dispersione scolastica «La Bussola», partito i mesi scorsi negli istituti Arcadia, Cesare Battisti ed Elsa Morante dei quartieri Gratosoglio e Stadera. Il progetto, avviato grazie alla collaborazione tra istituzioni e associazioni e con il sostegno della fondazione Vodafone, della durata di due anni, ed è stato presentato ufficialmente ieri mattina alla scuola media Arcadia. «Per me essere qui - ha detto il sindaco - vuol dire “contate su di me”. A tutti capita di pensare di non farcela, ma poi le energie le troviamo ed è più facile trovarle all’interno di una rete di persone e associazioni come questa».
In zona 5, dove abitano 118.545 abitanti di cui 3499 stranieri europei, 4187 provenienti dall’Africa, 3224 dalle Americhe, 5269 dall’Asia e 13 dall’Oceania, ono 1230 le famiglie in carico presso i servizi sociali del Comune, 51 le famiglie che frequentano percorsi educativi personalizzati, 76 i minori nelle comunità.
In quartierei difficili come questi i progetti multidisciplinari nelle scuole sono ancora più preziosi in quanto aiutano a migliorare l’autostima dei bambini, li avvicinano alle istiutuzioni aiutando a prevenire cattive frequentazioni.
Ma ieri era anche l’anniversario dei 25 anni della fondazione Exodus, la comunità di aiuto per tossicodipendenti e diseredati, fondata da don Mazzi al parco Lambro. In occasione della presentazione del volume fotografico è stato don Mazzi a chiedere la sindaco l’affidamento diretto della cascina abbandonata soprannominata «La capanna dlelo zio Tom»: «Voglio quella capanna - ha affermato il sacerdote - per poter dare vita a un grande progetto per gli adolescenti».

Letizia Moratti ha promesso un’accelerazione nell’iter burocratico per la concessione della cascina: «Ho già chiesto - ha annunciato il sindaco - che la capanna sia riconsegnata a chi può farla rivivere: c’è don Antonio Mazzi, ma anche Don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità. Stiamo valutando se procedere con un bando o chiedere la costituzione di un consorzio. Spero comunque di poter avviare a breve l’iter per riconsegnare alla città la Capanna dello Zio Tom».

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