«Contenta sono contenta. Cera bisogno di una presenza che riportasse ordine, qui. E poi se permettete per leffetto pratico rinvio il giudizio, ma per quello estetico sono già promossi». Non cè dubbio. Alla sorridente signora che sorseggia il primo caffè della giornata in uno dei bar della stazione Anagnina, larrivo degli angeli custodi con le stellette piace senza riserve. Ma, al di là delle motivazioni del gradimento, il suo giudizio è condiviso da molti romani. «Era ora. La città era diventata un po insicura, soprattutto per noi che viviamo lontano dalle luci del centro», spiega Cesare, inspiegabilmente avvolto in un cappotto nonostante la giornata non sia proprio gelida, prima di imboccare il sottopassaggio della stazione Nomentana.
«Speriamo serva. Ma a chi dice siamo militarizzati io rispondo: ma che dobbiamo aver paura dei nostri soldati? E poi poliziotti e carabinieri almeno tornano per strada, questa è già una buona cosa», dice tutto di un fiato Sabrina, 38 anni, in piazza San Giovanni. E ai Parioli, di fronte allambasciata israeliana, un anziano in camicia azzurra e bermuda, ascolta in silenzio le parole del sindaco e annuisce. «Sono ragazzi preparati questi, gente che ha fatto missioni di pace in mezzo mondo, non avranno problemi a mantenere lordine pubblico a Roma».
Più a nord, nel parcheggio della stazione La Storta, Tiziana ha appena posteggiato la sua utilitaria. «Vengo qui per accompagnare lei», dice indicando la figlia, Valeria, 16 anni. «Va in centro in treno a incontrare le amiche, ma ogni volta per me è una preoccupazione.
Cè anche chi loda lestetica dei soldati poliziotti
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