C’è chi dice no: gli «obiettori» della Notte Bianca

Lidia Scognamiglio

C’è chi è arrivato nella capitale dalla Puglia e dalla Calabria per partecipare alla Notte Bianca. E chi invece, spaventato dalla folla in arrivo, ha deciso di scappare via. «Sarà un week end di puro relax. Ci godremo le spiagge di Fregene finalmente libere, mentre tutti si riverseranno in città». Anna e Stefano, una coppia di ventenni, non hanno dubbi: preferiscono sfidare le previsioni di maltempo e pioggia piuttosto che rivivere un’esperienza come quella passata. «Due anni fa abbiamo vagato per la città senza riuscire a fare nulla. Piazze irraggiungibili e file chilometriche davanti a teatri e musei».
Ma non tutti gli «obiettori» della Notte Bianca fuggono via. Tanti romani resteranno in città «rifugiandosi» in casa, propria o di amici. C’è, infatti, chi è stanco e vuole andare a letto presto, chi odia muoversi nei mezzi superaffollati e chi ha paura della calca o di un possibile attentato. Sono i romani «contro», quelli che hanno il coraggio di dire no ad un evento che, da Parigi a Londra a Bruxelles, tiene sveglia mezz’Europa. Hanno più di vent’anni, molti sono «reduci» dalle edizioni passate, ma c’è anche chi non vi ha mai preso parte, nemmeno per curiosità, e chi addirittura non sapeva che fosse oggi. Come Cristina, 29 anni: «La Notte Bianca?..ah, quella con i negozi aperti di sera. No, non mi interessa».
Federico, studente di Lettere della Sapienza, non riesce a capire perché si debba aspettare «questa fatidica Notte Bianca» per fare e vedere cose disponibili tutto l’anno. «Io - dice - non ho voglia di fare a botte per vedere proprio stasera la Galleria Borghese, ad esempio. Posso andarci domani e visitarla in tutta tranquillità. E poi - conclude ironico - è mai possibile che i romani si riscoprono amanti della cultura una volta ogni 365 giorni?». Anche Ludovica è critica: «Non è che non mi piaccia l’iniziativa - dice questa studentessa di architettura di 25 anni - ma non sopporto l’idea di dovermi divertire a tutti i costi, come se fosse l’unica sera in cui si può farlo. Tutti i miei amici non parlano d’altro in questi giorni, per me potremmo anche cenare tutti insieme e vedere un film a casa. E poi dicono che pioverà». Le fa eco Antonella, commessa: per lei sarà un sabato come un altro. «Una pizza con gli amici, quattro passi e poi tutti a casa».
Forse alla piccola Giulia piacerebbe andare in giro per la città a giocare con tanti altri bimbi, ma papà Fulvio è categorico: «Non ci sono andato negli anni passati e non ci andrò neanche ora che mia figlia è più grande. È pericoloso e poi è giusto che i più piccoli vadano a letto di notte». Andrà a dormire anche Sonia, un’elegante signora di mezz’età che, però, si domanda spazientita a che ora potrà tornare a casa. «Stasera, alle 21, devo andare alle “Messaggerie musicali” di via del Corso a ritirare i biglietti del concerto gratuito di Uto Ughi. E poi rimarrò imbottigliata nella bolgia del centro. Non so davvero come fare». Del resto c’è chi ricorda di aver impiegato, lo scorso anno, anche più di due ore per andare a piedi da piazza Venezia a piazza del Popolo. Il signor Gino viene tutti i giorni in centro, ha un negozio proprio in piazza di Spagna. Questa sera, però, rimarrà chiuso. «Abbasso la saracinesca e corro a casa.

Anche i carabinieri hanno consigliato, al telegiornale, di stare attenti, allontanarsi dai luoghi troppo affollati, mettersi sempre in fila, evitando le masse, per facilitare i controlli. Dovrebbe essere una notte di divertimento, non di paura».

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