Una manifestazione «musicale e non politica» in piazza Fontana, sabato prossimo, per protestare contro la chiusura della «Casa 139» e di altri ritrovi della vita notturna milanese: le Scimmie, il Circolo Bellezza, il Toilet, il Plastic. La mobilitazione via Internet contro l«oscuramento» della movida cittadina da parte del Comune e della Procura ha raccolto in questi giorni migliaia di adesioni, oltre a numerose prese di pozioni di noti artisti.
Tecnicamente, i provvedimenti di chiusura sono spesso tra loro assai diversi, e diverse sono le conseguenze: le «Scimmie» riapriranno tra pochi giorni, dopo alcuni lavori per adeguarsi alle indicazioni del Comune, mentre per altri locali rialzare la saracinesca si presenta più complicato. Ma dietro, secondo le proteste del popolo della notte, cè una unica strategia: «Questa linea - ha dichiarato Sergio Israel, delle Scimmie, al sito milano.mentelocale.it - che vuole la città senza musica, morta, dove si dorme, si lavora e basta va a reprimere la creatività. Il vero danno non sono i quarantamila euro che le Scimmie hanno perso, ma il danno è all'umanità. Chi farà più musica ora a Milano?». E, allo stesso sito, lorganizzatore di eventi Flavio Pirini dice: «Si arriva alla chiusura di attività profit e no-profit in base a questioni burocratiche e amministrative, dimostrando quantomeno un eccesso di zelo. La sicurezza è determinata dall'utilizzo di una città, dalla sua vitalità anche notturna. Sono proprio i luoghi dove non cè un cinema, un teatro, un circolo, un centro sociale che diventano luoghi di degrado e paura».
Le ragioni dei locali e dei loro frequentatori hanno trovato un sostenitore in Giovanni Terzi, assessore alle Attività produttive: «Questa è una città che deve vivere di notte come di giorno. Deve riuscire a ritornare quella Milano aperta, possibile, una Milano per i giovani».